Ruga da dominatore e Bani alla seconda rifila più di 37 minuti 

Gara spettacolare ma mai in discussione. Nella 42 chilometri le schermaglie durano pochi minuti. E non va meglio nella 26 km, poco più di una mezza maratona, con Luca Cagnati e Anna Caglio che hanno preso il largo già alla partenza per arrivare da soli al traguardo



Primiero. Una gran bella gara, partecipata, spettacolare, ma… povera di spunti giornalistici. Si perché sabato la Primiero Dolomiti Marathon è stata una gara senza storia sia nella 42K, la marathon, sia nella 26K, qualcosina in più di una mezza.

Nella gara lunga Fabio Ruga ha messo i razzi ai piedi poco dopo il via. Per qualche chilometro ha controllato il primierotto Giancarlo Simion, svedese d’adozione, e “giocato” un po’ col britannico Payn, ma poi si è involato ed è arrivato a Fiera di Primiero (3h1’35”) con 6’7” di vantaggio. Barbara Bani ha fatto di… “peggio”. È partita nei primi dieci, a metà gara era quinta, è arrivata quarta assoluta (3h22’) e ovviamente prima delle donne, costruendo un bel bis consecutivo staccando Silvia Rigoni di 37’7”.

Gli assoli di Cagnati e Caglio

Anche nella 26K, scattata da San Martino di Castrozza, due vittorie con altrettanti assoli. Luca Cagnati ha salutato tutti i rivali fin dopo il via, così come Anna Caglio, centrando rispettivamente un tris ed un bis consecutivo. Insomma vincitori superstar che hanno “ucciso” la competizione fin dalle prime battute. La vera gara s’è vista dietro, con qualche bel duello ad infiammare la giornata, già “hot” di suo nonostante la quota. Oltre 1800 gli iscritti divisi tra 42K, 26K e la 6,5K non competitiva aperta a tutti, gente comune e famiglie intere a correre o camminare su un tracciato molto easy.

La proposta dell’US Primiero ha colto nel segno, un bel trail running adatto a tutte le gambe. I percorsi sulla carta sembravano facili, ma anche se i dislivelli non erano iperbolici sulla distanza si sono fatti sentire. Prima partenza quella della 42K a Villa Welsperg e poi si sono aperte le finestre sulla Val Canali, con i concorrenti delle retrovie ad approfittare di spettacolari selfie con le Pale di San Martino illuminate dal sole e cielo terso.

Tanta gente lungo il tracciato

Tanta gente lungo il tracciato, un po’ di sostenitori degli atleti in gara, alcuni sportivi e tanti turisti ad applaudire i runners che nella prima parte della mattinata hanno sfruttato il fresco della temperatura, poi il termometro ha alzato l’asticella ed i ristori si sono rivelati molto utili. In distribuzione ben 10.000 bottiglie d’acqua da mezzo litro, 5.500 litri di sali, 3.000 litri tra acqua vitaminica e succhi, ma anche un po’ tutte le fontane lungo il tracciato sono state letteralmente prese d’assalto.

Dunque gara decisa fin dalle prime battute, i leaders erano tutti uno scalino sopra gli altri ed hanno meritato ampiamente la corona al collo e l’originale medaglia di finisher intagliata nel legno. Abbiamo detto di un Fabio Ruga straordinario; sul suo sito lo dipingono impiegato di professione, apicoltore per passione e atleta per vocazione. Lui è uno specialista nella salita dei grattacieli, affronta a manetta migliaia di scalini: è arrivato primo sul “The Gherkin” di Londra nel 2012 ed è campione italiano di specialità all’Allianz Tower di Milano. Ovvio che sui 42 km della Primiero Dolomiti Marathon ha letteralmente giocato a gatto e topo, ma alla fine il caldo ha messo a dura prova anche il suo fisico ed a fine gara era spossato. Nulla ha potuto l’inglese Payn, in preparazione della 100 miglia (160 km!) di Londra, e men che meno l’atteso Giancarlo Simion, primierotto d’origine che aveva vinto l’edizione 2016 e 2° nel 2018.

Barbara Bani col suo bis ha “distrutto” le rivali: Silvia Rigoni, 2.a, ha pagato oltre 37’, Chiara Moretto addirittura 45’. Ma non deve passare in secondo piano che alla Primiero Dolomiti Marathon vige il motto “l’importante è partecipare”.













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