Ritrovare la difesa per evitare il rischio di perdere la bussola 

Dolomiti Energia, passo del gambero: dopo l’impresa di Cremona, seconda sconfitta casalinga consecutiva 


di Paolo Silvestri


TRENTO. Aquila in versione gambero. Quello compiuto domenica allo scoccare delle 2 del pomeriggio, quando la sfida con Cantù ha inesorabilmente sancito la seconda sconfitta interna consecutiva, ha rappresentato davvero un deciso passo indietro rispetto a quanto di buono ammirato appena una settimana prima a Cremona. E questo perché i meriti di Cantù sembrano decisamente inferiori rispetto ai demeriti trentini. E coach Buscaglia, che da timoniere non può essere comunque esentato da colpe, a bocce ferme ha sottolineato, giocando un po’ con le parole, come siano mancati coesione e forza difensiva.

La difesa smarrita. Queste tre parole potrebbero essere la sintesi di una delle più brutte partite di una stagione che di brutte partite non è stata certamente parca. Una difesa molle, scarsamente aggressiva che trova in Jovanovic non un capro espiatorio, ci mancherebbe, ma una sorta di sintesi. Negli 8 minuti e 45 secondi giocati ha riassunto tutto ciò che è mancato all’Aquila: grinta, cattiveria agonistica, determinazione. Ecco, il lungo, quinto straniero che i trentini continuano a “regalare” agli avversari (a cosa serve avere uno straniero da “premio Riello”? Meglio un ragazzino che possa annusare quale potrà essere il suo futuro visto che tanto giocherebbe nulla uguale), è parso proprio riassumere suo malgrado una domenica che più storta non poteva essere. Una domenica nella quale anche i “grinta” (Beto escluso) hanno fatto i “mollaccioni”. Ed è noto che difendendo male poi si finisce per attaccare con meno aggressività ed efficacia.

Qualcuno forse dirà: giocare a mezzogiorno non è cosa di tutti i giorni. Ebbene, allenarsi a quell’ora lo è. Basta sfogliare gli orari di allenamento e si può verificare come allenarsi al mattino sia la norma per i professionisti. Certo, giocare è diverso, ma lo doveva essere anche per Cantù che, senza strafare, con un Mitchell bravo soprattutto nel garbage time, ma con un Udanoh a dir poco spettacolare (quarda caso) in difesa, si è portata a casa una vittoria forse inaspettata, ma di certo strameritata.

Certo, al di là delle possibili critiche alle scelte tecniche (gli 11 minuti a Mian sono parsi pochini e forse si poteva insistere di più con la palla sotto a Pascolo) che lasciano sempre il tempo che trovano, una cosa è indiscutibile: l’Aquila deve rinserrare le fila, ritrovare la sua buona cattiveria agonistica e tornare a vincere subito. Il rischio di sbracare in queste situazioni è sempre in agguato.

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