Ciclismo

Quinziato, la laurea più lunga: «Si può studiare correndo»

Il bolzanino ha iniziato gli studi nel ’99 da dilettante e si laurea in marzo: «È stata dura, ma che soddisfazione»


di Maurizio Di Giangiacomo


Un’altra soddisfazione, sicuramente una delle più grandi della sua vita, per Manuel Quinziato. Dopo il matrimonio con la bella spagnola Patricia e la nascita, nello scorso mese di agosto, del figlio Gabriel («è uno spettacolo, ogni giorno una sorpresa, grazie ad una moglie fantastica che si fa carico di quasi tutte le incombenze»), il 37enne ciclista professionista del Bmc Racing Team sta infatti per concludere il corso di laurea magistrale in Giurisprudenza all’Università di Trento. Il bolzanino lo iniziò addirittura nel 1999, quando era dilettante. Quasi diciott’anni dopo, il 15 marzo, discuterà con il professor Fulvio Cortese la tesi dal titolo “L’ordinamento sportivo e i rapporti tra giustizia sportiva e giustizia ordinaria”.

«Sono davvero molto contento di avere portato a termine il mio corso di studi, in questi anni ho rischiato anche di abbandonare – dice Manuel al telefono dalla Spagna – Gli ultimi due esami, procedura civile e procedura penale, sono stati davvero molto difficili. Spero di motivare qualche altro giovane ciclista a studiare: si può fare, anzi, si deve fare. Ricordo l’insegnamento del compianto Adriano Morelli, che incontrai in ospedale e ringrazio proprio nella mia tesi: «Il campione dura 10/15 anni, l’uomo tutta la vita, quindi iscriviti all’università».

Una tesi di laurea da ciclista, quella di Quinziato. E anche da procuratore sportivo, la professione alla quale il bolzanino ambisce e per la quale è già abilitato, dopo l’esame sostenuto in Svizzera nello scorso mese di giugno. «Parlo ad esempio di privacy – spiega – Il codice Rocco, fascista, vietava perquisizioni notturne. Noi ciclisti, invece, le possiamo subire. Io farò il procuratore sportivo, sono temi che mi riguarderanno da vicino. Vorrei poter dare un contributo importante alla vita dei giovani ciclisti e magari anche portare qualche miglioramento al mondo del ciclismo. Il movimento ha grandissime potenzialità, gli interessi in ballo sono molto importanti, ma è ancora troppo poco professionale».

Quinziato è stato costretto a rinviare l’esordio stagionale, previsto in questi giorni alla Vuelta Valenciana, a causa di un’infiammazione ad un occhio con versamento sulla retina. «Niente di grave – dice – correrò in Oman, in Belgio, Strade Bianche, Tirreno-Adriatico, Milano-Sanremo e tutte le classiche fino alla Roubaix. Poi stacco e riprendo con Yorkshire e Giro d’Italia: sono molto contento, perché lì potrò gareggiare con la maglia di campione italiano della cronometro».

E tutti dovranno chiamarlo dottor Quinziato.

Twitter: @mauridigiangiac

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