Volley Superlega

Mazzone: «Amo l’adrenalina e le serie in tv»

Il centrale della Diatec: «Non voglio perdere altri treni, possiamo battere anche la Lube»


di Nicola Baldo


TRENTO. Arriva un momento nella vita di tanti sportivi nel quale si vuole di più. Nel quale non basta più essere il giovane dotato o il talento di prospettiva e se la tua carta d’identità dice 24 anni allora il momento di cercare il cosiddetto salto di qualità molto probabilmente è arrivato. Chiedere per maggiori informazioni a Daniele Mazzone, centrale piemontese della Diatec Trentino che, partito con addosso i gradi del “terzo”, di quello che gioca meno, alla fine si è conquistato spesso e volentieri un grande spazio in campo.

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«Il salto di qualità è quello che sto cercando di fare in questa stagione – racconta il posto-3 della Trentino Volley – io non credo di essere migliorato tecnicamente, forse solo un po’ in attacco ma questa è una cosa dovuta soprattutto al fatto che con Giannelli ci stiamo allenando tanto a forzare il primo tempo anche quando la ricezione è staccata da rete. Io credo che lo switch principale da fare sia a livello mentale: con Lorenzetti anche durante la fase di preparazione pre-campionato abbiamo lavorato tanto su me stesso. Io mi sono sempre un po’ sottovalutato e questo Angelo l’ha capito subito, lui ha sempre detto di avere fiducia nelle mie qualità e lo sta dimostrando facendomi giocare tanto. Con tutte le persone intorno, da voi giornalisti a noi, Angelo quello che pensa lo dice e quello che pensa lo mette in pratica. Prima, magari, in passato, c’erano persone che mi dicevano “sei un centrale forte” ma poi con le loro azioni non mi dimostravano mai di pensare davvero questo di me. Lorenzetti invece ha sempre messo in pratica quello che diceva».

Questa stagione per lei rappresenta un treno da non perdere.

«Sì ma in realtà io credo che nella vita il treno non passi solamente una volta. Potevo sfruttare il treno di qualche anno fa, quando ero in nazionale, e forse era quello più facile... venendo dalla A2 mi bastava disputare una buona stagione e non l’ho fatto. L'anno scorso è stato un nuovo treno passato e che io ho saputo cogliere a metà: ho giocato abbastanza bene contro diverse squadre forti, ma ho sbagliato partite contro avversari ben più abbordabili. Gare nelle quali sono uscito dopo un set o poco più... In questa stagione non voglio perdere anche questa possibilità».

C'è una cosa che ha detto il suo idolo sportivo, Emanuele Birarelli, che l'ha colpita parecchio, vero?

«In una intervista disse che un giocatore riesce a fare il salto di qualità quando trova l’ambiente giusto. Quando si ambienta in una città, in una realtà, ne capisce i meccanismi e la vita, secondo me è quello che sono riuscito a fare in questa stagione, mi sono scavato la mia buca a Trento ed ho piantato radici. Finora io sono stato un giocatore che ogni stagione ha cambiato squadra, ma qui a Trento è diverso».

Da piemontese come si vive all’ombra del Bondone?

«Ora come ora vivo più a Roma, dove abita la mia fidanzata Martina, piuttosto che in Piemonte, dove torno appena posso per rivedere i vecchi amici. Qui a Trento ho trovato gente molto accogliente, non certo “caciarona” come al sud ma sono stato accolto molto bene».

Quando ha del tempo libero cosa fa?

«Non ho un hobby particolare in questo momento, un tempo suonavo la chitarra e giocavo a scacchi, adesso l’unico “vizio” che ho sono le serie tv. L'autunno è la stagione perfetta per me, perché escono tantissimi nuovi telefilm a raffica e ne vedo parecchi, quello che mi prende di più è “The walking dead”, la stagione scorsa mi ha deluso ma quest'anno sono partiti meglio. Sono caricate online ogni domenica notte».

Ecco cosa fa dopo ogni partita.

«E chi dorme dopo una gara? Mercoledì, ad esempio, siamo tornati alle 2 circa da Verona ma sono andato a dormire alle 4 e mezza. Troppa adrenalina in circolo, ed è quello che mi piace».

Ovvero?

«Amo tantissimo l’adrenalina che ti trasmette lo sport. È l’aspetto del gioco che amo di più. Con l’adrenalina scompaiono anche i problemi fisici o la stanchezza, con l’adrenalina sei spinto a giocare al massimo ogni partita. A me sentire in circolo tutta l’adrenalina per una gara importante mi carica, mi gasa, niente nella vita mi trasmette questa sensazione. Credo che emozioni come queste siano il motivo per il quale tanti giocatori non più giovanissimi, come Papi ad esempio, continuano comunque a giocare. Per continuare a provare quella adrenalina, quelle sensazioni, che altre cose nella vita non ti danno».

Però un giorno, fra tantissimi anni, anche lei dovrà pensare a cercare questa adrenalina in altre cose.

«C’è uno studio secondo cui l’80 per cento dei lavori che si fanno oggi non esisteranno più fra soli 5 anni. Quindi pensare oggi a cosa potrò fare io fra dieci o quindici anni è tempo sprecato».

Sicuramente domenica, contro la Lube, di adrenalina ce ne sarà tanta.

«Sicuramente sarà una gara difficile, con un approccio migliore di quello avuto contro Perugia e potremo far bene anche contro la Lube».

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