Sci alpino

La Valanga Azzurra e i suoi maglioni: una serata magica a Campiglio

Per il gran galà della 3Tre Gustav Thöni, Pierino Gros, Paolo De Chiesa e tanti altri


di Maurizio Di Giangiacomo


MADONNA DI CAMPIGLIO. Gustav Thöni, Pierino Gros, Paolo De Chiesa e il loro allenatore Mario Cotelli. E ancora Carletto Senoner, Ivano Edalini, Max Blardone, Daniela Ceccarelli... Insomma, un bel pezzo di storia dello sci azzurro, dalla Valanga Azzurra ai giorni nostri. Tutti assieme e tutti in una notte, per non mancare all’appuntamento con l’evento “SciVolando con Stile”, allestito per il secondo anno consecutivo dagli organizzatori della 3Tre – il presidente Lorenzo Conci ma soprattutto la sua bravissima collaboratrice Roberta Bonazza – assieme a quelli della Marcialonga, presenti con il numero 1 Angelo Corradini e il direttore generale Gloria Trettel. Per raccontare gli anni ruggenti dello sci – più o meno stretti – le loro storie, i loro suoni, i loro colori. Come quelli, sgargianti ma comunque eleganti, dei loro maglioni.

Ma andiamo con ordine, perché la serata, che ha appunto visto riuniti a cena nel salone Hofer dell’Hotel Des Alpes oltre duecento invitati, è iniziata con un momento particolarmente toccante, quello dedicato al quarantennale della tripletta della Valanga Azzurra alla 3Tre: primo il povero Fausto Radici, secondo Piero Gros e terzo Gustav Thöni. Emozioni e qualche lacrima, proprio per il compianto Fausto. «Mio marito ha fatto parte di un gruppo fantastico e quel gruppo ha rappresentato una fase importante della sua vita troppo breve», ha detto la moglie Elena, salita sul palco con Pierino e Gustav.

Ai successi della Valanga Azzurra legò il suo nome un’altra campionessa, Silvana Spadafora, creatrice della griffe Silvy Tricot. Arcense di nascita e bolzanina d’adozione, impose l’abbigliamento sportivo quale vero capo di moda, con scelte anche innovative come quella degli inserti protettivi lungo le maniche dei maglioni. «Ero allo Stelvio assieme ai ragazzi e notai che avevano queste botte sui gomiti – ha raccontato la signora Silvana, che da anni ha ceduto l’attività e vive a Milano, dove s’è appena laureata, a dispetto della carta d’identità – Mi spiegarono che era colpa dei pali. Inserii il poliuretano espanso su un maglione e lo feci provare a Carletto Senoner: l’innovazione nacque così e scoppiò assieme alla Valanga Azzurra. Non eravamo solo sponsor, ci sentivamo parte di quel magnifico gruppo».

Twitter: @mauridigiangiac

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