La nuova partita di Mara: Medjugorje mi ha toccata

La storia. La Santangelo ha appena scritto un libro molto profondo. Dalle vette del tennis mondiale al ritiro obbilgato: «Ma ora ho cominciato una vita nuova»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Tanti scossoni. Un paio tremendi. Uno, l’ultimo - assicura - le ha cambiato letteralmente la vita. Di materiale per scrivere un libro la poco più che trentenne Mara Santangelo ne ha alle spalle in effetti una montagna. La tennista cresciuta in valle di Fiemme, a Cavalese, e sul piano del gioco a Bolzano (con i maestri Pesarin e Gasbarri) ha dovuto abbandonare una carriera di livello mondiale tre anni fa. Azzurra sin da bambina è poi arrivata al numero 9 in doppio nel ranking mondiale.

Nel 2010 un’operazione, l’asportazione di un nervo, ed un addio straziante all’amato tennis, dopo aver lottato con una malformazione congenita ai piedi che l’aveva limitata per tutta la vita. Ora Mara Santangelo nel libro «Te lo prometto», appena uscito per i tipi delle edizioni Piemme, parla di questo ma anche e soprattutto di una clamorosa conversione, avvenuta a Medjuogorje nel corso di un pellegrinaggio. Che lei, in questo colloquio, ci racconta.

Mara come è nata l’idea del pellegrinaggio nel santuario Mariano?

«In tutta onestà non sono mai stata una ragazza particolarmente religiosa. Anzi, per dirla tutta, sino a due anni fa non ero nemmeno cresimata. Alla fine del 2010, a novembre, sono andata a Medjugorje. Sì assieme a Paolo Brosio, il giornalista che è divenuto uno dei più convinti testimonial della Madonna».

Ecco, non ci prenda per cinici. Anche lei è stata testimone di un’apparizione?

«Che io abbia visto la Madonna non mi sentirà dirlo. Posso affermare che a Medjugorje sono stata testimone di una serie di accadimenti che mi hanno toccato nel profondo. E che hanno rivoluzionato completamente il mio modo di vivere la vita. Il come ed il perchè voglio che lo scopriate leggendo il libro. Girerò molto l’Italia per presentarlo e per trasmettere a più gente possibile queste mie sensazioni».

La sua vita, quella volta in modo ben diverso e drammatico, era cambiata quando lei aveva solo 16 anni. Con l’improvvisa scomparsa di mamma Patrizia.

«E’ così. Quel Te lo prometto” che mi ha suggerito il titolo del libro è in effetti riferito a lei. Sì da piccolina le promisi che sarei diventata una tennista di successo , che sarei riuscita a calcare il campo centrale di Wimbledon. E ci arrivai, giocai contro Serena Williams, e stavo pure vincendo se non fosse stato per il ritorno di quel dolore ai piedi che mi ha fatto soffrire in modo lancinante, per tutta la carriera.Costringendomi a smettere anzitempo».

Una malformazione con cui ha combattuto 15 anni. L’operazione chirurgica cui si è sottoposta ha, di fatto, messo la parola fine ad una grande carriera.

«Sì. E’ così ma la mia promesa alla mamma, stringendo i denti, l’ho mantenuta».

Ed ora la Mamma celeste, come è chianata la Madonma di Medjugorje.

«Una serie di episodi eccezionali, che debbo fare conoscere. Il tennis è ancora parte della mia vita, sono consigliera federale del Coni, giro molto. Ora l’affiancherò con la divulgazione del libro. A Cavalese? Ci vengo spesso. Ci sono i miei nonni».













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