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La football mentality di Hogue: "L'Aquila può vincere con tutti"


di Sergio Zanella


TRENTO. Dustin Hogue è uno che non molla mai, anche quando la vittoria non sembra più a portata di mano. A dirlo è lo stesso Dustin, un giocatore che, fin da quando nel campetto di casa sfidava il fratello maggiore Doug, ex professionista del massimo campionato americano di football, ha voluto eliminare la parola sconfitta dal suo vocabolario.

Dustin Hogue, queste tre sconfitte in serie da cui è reduce Trento fanno davvero male, non trova?

Sì, tutti nello spogliatoio vogliamo invertire al più presto la tendenza. Non dico che ci sentiamo sotto pressione, però sappiamo quanto sia importante trovare al più presto una vittoria per metterci alle spalle un periodo difficile. Non siamo nel panico, ma abbiamo la percezione che mentalmente non siamo quelli di un mese fa. Dobbiamo iniziare a giocare come se non ci fosse un domani, altrimenti le nostre avversarie scappare.

Contro Torino lei è comunque sembrato uno dei giocatori più in forma di Trento, come sta andando il suo processo di inserimento nei meccanismi della squadra?

Bene, ma non mi piace parlare dei singoli: si vince assieme e si perde assieme, questo è ciò che mi hanno insegnato fin da ragazzino. In una squadra tutti hanno un ruolo: io so che devo difendere forte ed essere presente a rimbalzo. Il basket è uno sport di equilibrio e amalgama e questi due aspetti ci sono mancati nelle ultime settimane. Abbiamo perso perché, quando contava, ci siamo disuniti.

Voi giocatori stranieri avete dimostrato un grande potenziale, ma vi manca ancora la continuità. Cosa vi siete detti nello spogliatoio?

Concordo, possiamo giocare molto meglio. Ne stiamo parlando per far crescere tutta la squadra. è tutto un discorso di equilibrio e per questo è sbagliato ragionare a compartimenti stagni, parlando di italiani e di americani o di titolari e di riserve.

Torniamo a lei. In Italia gli addetti ai lavori la paragonano spesso a Kyle Hines. Il giocatore del CSKA è per lei un modello?

È un onore essere paragonato a Kyle. È un ragazzo che conosco bene, un atleta di successo e un grande professionista. Anche lui ha giocato un paio di stagioni in Italia, chissà, magari un giorno potrò diventare come lui.

Lei però ha un altro modello da seguire direttamente in famiglia, non è vero?

Esatto mio fratello Doug, che ha un passato in Nfl. Sono cresciuto sempre con l’obiettivo di emularlo e di superarlo. Entrambi giocavamo sia a football che a basket, ma poi abbiamo preso strade diverse.

Cosa le ha insegnato il football?

Il football mi ha dato determinazione, aggressività e lo stimolo di voler essere sempre più forte del mio avversario.

Anche il suo compagno Aaron Craft ha un passato nel football. Guardate le partite di Nfl assieme?

No, anche perché i miei amati New York Jets stanno andando malissimo.

Torniamo però al basket. A fine stagione quali obiettivi pensa potrà raggiungere la sua Trento?

Uso la mia football mentality, vi dico che Trento può battere tutti, nessuno escluso. Io rispetto tutti gli avversari ma non temo nessuno.













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