Il Trento è cambiato, carica e ottimismo promettono risultati 

L’“effetto Rastelli” non si vede in classifica ma nell’ambiente Il patròn Giacca: «Salvarsi bene, poi andremo alla grande»


di Lorenzo Di Domenico


TRENTO. A una ventina di giorni dall’addio di mister Antonio Filippini non si può dire che la situazione in casa Trento sia cambiata del tutto, ma certamente le cose hanno preso una piega diversa e sembra aleggiare ottimismo nell’aria. Il 29 marzo il pareggio subito in casa al 94’ dal giovane Bonelli della Romanese, ultimissima in classifica, faceva saltare la panchina di mister Filippini, che lasciava un Trento quintultimo in classifica, a 5 punti da una salvezza diretta che, in realtà, potenzialmente ne distava 7 per via delle 2 partite in meno del Levico sestultimo. Una situazione pericolosa condita da una squadra che da 5 partite non riusciva a vincere e sembrava non avere abbastanza verve per lottare fino in fondo. Poi il cambio in panchina, con Claudio Rastelli che sveste i panni di direttore sportivo e ritorna a fare quello che gli veniva meglio: l’allenatore. A quasi venti giorni di distanza il Trento rimane quintultimo ma l’impressione è che qualcosa nella squadra sia cambiato, in più il 13° posto che vale la salvezza ora dista solo 4 punti ed è occupato dal Lumezzane che ha una partita in più. Rastelli si sta confermando un tecnico di spessore, con una grande esperienza alle spalle rispetto a Filippini che, nonostante l’addio alla panchina del Trento, rimane caro al presidente Mauro Giacca. «La giornata di oggi - ha commentato il presidente gialloblù al termine della gara di domenica - è dedicata a Dodo, un tifoso che è scomparso da poco. La dedichiamo anche ai fratelli Filippini: avevo promesso ad Antonio che avremmo fermato la Pro Patria, che avrebbe perso i punti che servono al Rezzato per vincere il campionato. Dedico la partita con passione a mister Antonio Filippini e a suo fratello perché ci tenevamo tanto a fargli questo regalo».

La partita di domenica, al di là delle polemiche arbitrali, ha mostrato un Trento in doppia inferiorità numerica resistere agli assalti della Pro Patria, seconda in classifica, confermando quanto di buono si era visto all’esordio di Rastelli.

«È un allenatore importantissimo - sottolinea Giacca - anche società importanti mi hanno fatto i complimenti per l’allenatore che abbiamo. Sono convinto che Rastelli, con la passione che ha per questa maglia, possa portarci a un livello importante, come tutti noi ci auguriamo».

Parlando del futuro il presidente del Trento si dimostra fiducioso: «Dobbiamo salvarci bene e poi ripartiremo alla grande. Gli errori ci aiutano a crescere e sicuramente ne prendiamo atto: abbiamo sbagliato. Ma abbiamo sbagliato con il cuore, come sbaglierebbero dei bambini che stanno creando qualcosa di grande, qualcosa di grande a cui, con calma, arriveremo».

Forse l’unica nota stonata della gestione Rastelli, finora, è stata la mancanza di dialogo con la stampa, ma Giacca si schiera in prima linea a difesa del suo allenatore: «Claudio, come tutta la società, è stato tartassato e massacrato quest’anno perché i risultati non sono arrivati. Si accettano da tutti le varie interpretazioni, ma noi abbiamo un carattere fermo e abbiamo deciso di non rispondere alle critiche, anche se avremmo potuto. Non lo abbiamo mai fatto perché soffriamo anche noi e anche Rastelli sta soffrendo tantissimo. Lasciamolo un po’ tranquillo, vedrete che all’ultima giornata sarà l’uomo più felice della terra e da lì ricostruiremo per una grande partenza per un grande Trento».

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