Ciclismo

Il Giro d'Italia s’infiamma sulle Dolomiti

Simoni presenta le nostre tappe: «Tirano-Canazei da fughe, l’arrivo di Ortisei è adatto a Nibali»



TRENTO. Il Trentino Alto Adige vestirà l’elegante rosa Giro d'Italia anche nel 2017 e, nel cuore dell’ultima delle tre settimane della corsa, ospiterà due arrivi e due partenze di tappa. La Tirano-Canazei di mercoledì 24 maggio sarà «tappa da fughe, indicata per gli outsider», secondo il due volte vincitore del Giro Gilberto Simoni. Decisamente più impegnativa quella del giorno successivo, che porterà la carovana da Moena a Ortisei, con ben cinque Gpm e 4000 metri di dislivello racchiusi in soli 137 chilometri. «Un arrivo così potrebbe fare al caso di Nibali» precisa in questo caso “Gibo”.

La carovana transiterà in Alto Adige già martedì 23 maggio in occasione della Rovetta-Bormio, tappone alpino di 222 km che prevede le scalate al Mortirolo, allo Stelvio (con successivi passaggi da Prato allo Stelvio e Glorenza) e al Giogo di Santa Maria. Il giorno dopo si ripartirà da Tirano e si arriverà in Val di Fassa, a Canazei, per la terza volta sede d’arrivo di una frazione della corsa rosa, dopo quelli del 1978 e del 1987, con successi di Gianbattista Baronchelli e dell’olandese Johan van der Velde. Sarà una tappa mossa, con salite impegnative come Aprica e Passo del Tonale inserite nella prima parte di gara, a precedere il transito lungo la Val di Sole, il Gpm di Giovo e la leggera e costante ascesa attraverso le valli di Fiemme e Fassa. «In quella giornata non succederà niente nelle zone alte della classifica – commenta Gilberto Simoni – Su un percorso così, è difficile inventarsi qualcosa. Sarà la classica tappa da fughe».

Discorso differente il giorno successivo, quando i corridori affronteranno nel breve volgere di 137 km Passo Pordoi, Passo Valparola, Passo Gardena, Passo Pinei e la salita finale di Pontives. Un arrivo che Simoni ricorda bene. «Nel 2005 arrivammo con il Giro a Ortisei – spiega il campione di Palù di Giovo – Partimmo da Mezzocorona e scalammo Costalunga, Sella, Gardena e Passo delle Erbe, prima della salita finale di Pontives (i chilometri percorsi furono 218, ndr). Quella di quest’anno sarà una tappa molto più corta, senza tratti pianeggianti, senza respiro. I problemi grossi li avranno i corridori di bassa classifica, perché davanti si daranno subito battaglia. Penso che sarà una tappa frizzante e saranno “fiamme” già sul Pordoi, anche se, quando le frazioni sono così corte, non è sempre facile fare la differenza».

Chi vede bene su un arrivo come quello di Ortisei?

«È un bell'arrivo, ma non darei per scontato che vinca uno scalatore – replica Simoni – Nel 2005 io pensavo di attaccare, ma nella lotta tra gli uomini di classifica ebbe la meglio Savoldelli, che proprio quel giorno sfilò la maglia rosa a Basso (la tappa fu vinta dal colombiano Ivan Parra, ndr). Questo per dire che, se un corridore vorrà attaccare, non potrà aspettare la salita verso Ortisei. Il finale potrebbe fare al caso di Nibali».

Arrivati a Ortisei, i corridori ripartiranno il giorno successivo (26 maggio) da San Candido per un’altra tappa impegnativa con arrivo in salita a Piancavallo. (l.f.)

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