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Grinta Flacca: «Il bilancio si fa a fine andata»

La guardia dell’Aquila: «Siamo ancora in corsa perle finaleight, non temiamo nessuno»


di Sergio Zanella


TRENTO. La carta d’identità gli attribuisce ancora 20 anni, ma Diego Flaccadori, da qualche tempo a questa parte, è ormai un giocatore che ha dimostrato di scendere sempre in campo con il piglio del veterano. Le triple messe a segno domenica al cospetto di Varese hanno contribuito a dare, dopo un lungo digiuno, 2 punti d'oro a Trento,ma, visto che l’obiettivo final eight è ancora a portata di mano, il 20enne di Cenate Sopra non ha alcuna voglia di sedersi sugli allori, pronto come non mai a portare sempre più in alto la sua Dolomiti Energia.

Diego Flaccadori, qual è il momento attraversato dalla squadra? Siete in fiducia o vi sentite sotto pressione per il difficile autunno vissuto?

La vittoria dello scorso weekend ci dà maggiore convinzione, ma di per sé è come nulla fosse cambiato: continuiamo ad andare avanti per la nostra strada conla voglia di fare il maggior numero di punti possibili da qui a fine andata. Il tutto senza farci prendere dall’ansia.

Quelli di domenica sono stati 2 punti più importanti per la salvezza o per ridarvi slancio nella rincorsa alle final eight?

Ci troviamo nel limbo tra la zona retrocessione e l’ottavo posto, ma siamo convinti che, fino a quando la matematica non ci condannerà, possiamo centrarele final eight.Mancano ancora tre partite alla fine del girone d'andata e due di queste sono peraltro contro altrettante avversare dirette. Sono sicuro che vincendo tutti questi incontri avremo la possibilità di essere tra le prime 8.

Quale squadra teme di più in questa rincorsa alle final eight?

La Torino del suo ex compagno Poeta sta vivendo ad esempio unmomento d'oro. Rispettiamo tutti ma non temiamo nessuno. Siamo in tanti per pochi posti, ma la classifica è ancora cortissima. Dobbiamo semplicemente concentrarci per provare a vincere tutte le partite che ci separano dalla boa di metà campionato, poi capiremo se ciò sarà bastato oppure no.

Final eight o meno, queste prime 12 giornate di campionato ci hanno mostrato una Dolomiti Energia altalenante e spesso sotto tono. Come se lo spiega?

I bilanci li faremo a fine girone d’andata, perché ci sono ancora 3 giornate importanti che diranno molto sul nostro futuro. Questa non è la classifica che volevamo, ma le ultime partite hanno confermato che i miglioramenti ci sono. Purtroppo non sempre sono arrivati i 2 punti, ma abbiamo dimostrato che le basi da cui partire per continuare a crescere ci sono. Ritengo importante avere dalla nostra parte anche il calore del pubblico: domenica contro Varese tutti i 3000 del PalaTrento erano con noi e ci hanno aiutato a superare le piccole difficoltà con cui inevitabilmente bisogna sempre farei conti.

Questa squadra ha dimostrato di aver bisogno di un leader in grado di segnare quando il gioco corale non paga a sufficienza. Domenica è stato il turno di Lighty, in futuro anche lei si sente pronto per rivestire questo ruolo?

artiamo col dire che la squadra ha come suo punto di forza il gruppo, quindi sarebbe sbagliato andare a puntare esclusivamente su un singolo in grado di farti vincere le partite da solo. Non siamo stati costruiti per avereil giocatore che deve farei 30 punti e con gli altri 9 che hanno unicamente il compito di passargli il pallone. Tuttavia, qualora in futuro dovessero servire canestri importanti per vincere, sarò pronto a prendermeli. Continuo a lavorare per crescere e per portare la squadra alla vittoria.

Durante il periodo delle 6 sconfitte in 7 partite lei e Trento avete vissuto un comune momentaccio nel tiro da 3. Come spiega questo problema?

Personalmente avevo iniziato il campionato tirando bene da 3, poi nell’ultimo periodo ho incontrato qualche difficoltà. Per segnare tanto da 3 serve avere un buon ritmo di gioco, cosa che stiamo provando a costruire di settimana in settimana. Contro Varese abbiamo dimostrato che, con la giusta mentalità, le triple entrano con migliori percentuali, quindi non ci resta che continuare così.

Parliamo del suo futuro. Si ritiene soddisfatto del percorso di crescita fatto in questi primi 2 anni e mezzo in Trentino?

Ovviamente sì, credo di essere maturato tanto, dentro e fuori dal campo. Anche quest’anno, nonostante ci sia ancora molto fare, credo di aver fatto un ulteriore passo in avanti. Nella consapevolezza che il lavoro paga sempre, continuo a lavorare di giorno in giorno per arrivare a raggiungere tutti quegli obiettivi che mi ero andato quando nel 2014 sono arrivato qui a Trento.

Datome, Hackett, Melli e per ultimo Gentile per sbocciare definitivamente hanno dovuto fare le valigie e andare all' estero. Anche lei in futuro potrebbe prendere in considerazione quest’ipotesi?

Non è necessariamente detto che per arrivare al top sia necessario andare all’estero, anche l’Italia offre un sacco di possibilità. Per quanto riguarda Gentile, ad esempio, ritengo che lui in questi anni di Serie A sia pienamente riuscito a dimostrare di essere un campione. A volte ci si dimentica che lui, nonostante i suoi soli 24 anni, abbia già messo in bacheca scudetti, Coppe Italia e Supercoppe, giocando tutte queste manifestazioni da protagonista e non certo da comprimario. Rimango quindi convinto che il campionato italiano sia la palestra ideale per continuare a crescere. Io comunque continuo a lavorare duro, valutando di anno in anno quale sia la cosa più giusta da fare perilmio futuro.













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