Calcio

Ferrarese-Napoli, quanti ricordi...

Sabato sera al Briamasco il Trento sfida gli azzurri: parla Claudio, ex di lusso


di Daniele Loss


TRENTO. Estate 2002: Claudio Ferrarese è una giovanissima ala (una volta si chiamavano così, adesso si preferisce definirli esterni) di 23 anni reduce da un’ottima stagione in serie B con la maglia del Cittadella e i numeri parlano chiaro: 29 presenze, 4 reti e assist a profusione per i compagni. Insomma, l’attuale capitano del Trento (di cui è stato bomber nella scorsa stagione, con 18 centri: alla faccia dei 36 anni e mezzo) quattordici anni or sono era in rampa di lancio: la società patavina riscattò la proprietà del suo cartellino dall’Hellas Verona, dove Ferrarese è cresciuto, esordendo a 17 anni anche in serie A, e lo spedisce in riva al Golfo in uno scambio di prestiti con il giovanissimo De Giorgio, oggi al Crotone in serie A. Ferrarese passa dunque dal Cittadella al Napoli di Naldi e Corbelli, che milita in serie B, voluto fortemente dal tecnico Franco Colomba e dal direttore sportivo Giampiero Marchetti, che lo strappa alla Salernitana. Per lui maglia biancazzurra numero 20 e, soprattutto, l’occasione (sportiva) della vita.

E sabato sera, nella cornice di un “Briamasco” tirato a lucido come non mai, per lui sarà una vera e propria partita da.... ex. «Napoli è una piazza straordinaria – racconta “Ferro” dal ritiro gialloblù di Cavalese – che non esito a definire unica. Le pressioni sono clamorose, le ambizioni sempre massimali e l’affetto della gente è incredibile. Oggi, anche a distanza di 14 aanni, ci sono ancora tanti giornalisti dei magazine online e delle radio private che mi chiamano per interviste, pareri sul mercato e sulla squadra. Ricordi? La mia prima notte a Napoli la trascorsi in bianco, non dormii nemmeno un minuto per l’emozione, poi la presentazione ufficiale, assieme a Dionigi, in occasione di un’amichevole estiva contro la Lazio davanti a 45mila spettatori e il match di campionato contro il Vicenza davanti ad 80mila, dico 80mila, tifosi. E poi il centro sportivo di Soccavo, lo stesso nel quale si era allenato un certo Maradona. Pazzesco. E poi ne ho un quarto, ma successivo: qualche anno dopo (stagione 2007 - 2008, ndr) tornai a Napoli con la maglia del Verona e il pubblico del San Paolo mi tributò un applauso fantastico. Se ci ripenso, oggi, mi viene ancora la pelle d’oca».

La stagione in Campania di Ferrarese durò sino a gennaio: elemento di primo piano con Colomba (15 presenze), dopo l’esonero del tecnico emiliano e l’arrivo di Franco Scoglio, il fantasista veronese venne ceduto al Piacenza in serie A in uno scambio con Dario Marcolin. E poi? «La situazione societaria era complicatissima – prosegue Ferrarese – e, infatti, un anno e mezzo più tardi il Napoli fallì e, successivamente ci fu l’arrivo dell’attuale presidente De Laurentiis e la ripartenza dalla serie C1. Se ci ripenso... mamma mia, il rammarico c'è. È vero, all’epoca “navigavo” tra serie A e B ed ero giovane, però il Napoli era sempre il Napoli... anche in Terza Serie. Con il senno di poi sarei tornato in biancazzurro».

Ultima domanda: ma quella maglietta numero 20 c’è nell’armadio di casa? «Una sì - confida ridendo - le, altre le ho regalate tutte».

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