Cecchini implacabile a Predazzo

Ha vinto con 5’ e 40” di vantaggio su Zen. E tra le donne Sonzogni fa ancora meglio: 17’ e 43”



FIEMME E FASSA. Cecchini … in azione, ieri a Predazzo e lungo le valli di Fiemme e di Fassa. Teatro del “duello” l’11° atto della Marcialonga Cycling Craft che con i suoi 135 km e 3279 m di dislivello ha messo a ferro e fuoco muscoli e fiato di tantissimi appassionati, ben 1729 iscritti (1534 partenti) aggiungendo anche quelli impegnati sul percorso classic di 80 km e 1894 m totali di salita accumulata.

Una gara dai contorni epici, con l’attacco a salite di classe come quelle di Monte S. Pietro, Passo Lavazè, Passo S. Pellegrino e Passo Valles, conclusa con distacchi abissali. Stefano Cecchini, nella gara più lunga, ha messo in seconda con 5’40” il vincitore del 2016 Enrico Zen (che però sabato aveva disputato un’altra corsa, vincendola) e tra le donne i distacchi si sono fatti ancor più sostenuti con Manuela Sonzogni che ha rifilato alla sempre veloce Claudia Gentili oltre 17’! ella mediofondo si è ricorsi al fotofinish per stabilire che Andrea Pontalto ha completato un bel tris di vittorie dopo quelle del 2014 e 2015, scalzando dal gradino più alto del podio Andrea Zamboni. La gara femminile è stata scandita, invece, dalla marcia regale di Serena Gazzini, senza rivali.

La gara, scattata di buon mattino alle 8 in centro a Predazzo, ha regalato emozioni fin dalle prime battute con continue scaramucce e piccole fughe subito ricucite, poi dopo Aldino la situazione ha preso una piega ben precisa e già allo scollinamento di Passo Lavazè Pontalto, Cecchini e Zen, primi con un buon margine, davano le prime indicazioni di quello che sarebbe successo poi sul traguardo. Dopo Lavazè Andrea Zamboni ha iniziato a divincolarsi dai rivali ed è andato a punzecchiare il favorito Pontalto, ma tutto finiva sulla dirittura d’arrivo con i due praticamente appaiati sotto il campanile predazzano.

Pontalto teneva troppo a collezionare il suo tris di vittorie, e grazie ad un colpo di reni sotto l’arco d’arrivo (2h15’56”) realizzava il sogno. Nulla da fare per Zamboni che finiva secondo davanti a Federico Nicolini, non male certo la prestazione del campione di scialpinismo, che quest’anno ha iniziato a cavalcare la bici.

Serena Gazzini, come consuetudine, ha lanciato la propria sfida fin dal via mettendosi alla testa della gara femminile e trascinandosi appresso anche le ragazze del lungo, ma anche lei dopo Passo Lavazè ha allungato e nessuna l’ha più vista, ed è andata a tagliare il traguardo da sola a Predazzo (2h29’49”). Sono trascorsi 3’20” prima di conoscere l’argento, Marica Tassinari, ma brava anche la nonesa Jessica Leonardi, terza, alla sua prima stagione di granfondo.

Di ritorno da Lavazè, lasciati alle spalle i paesi di Tesero, Panchià e Ziano, se Pontalto non ha avuto dubbi ad entrare a Predazzo, Cecchini e Zen hanno invece puntato dritti verso Moena, col tempo che cominciava a farsi minaccioso. Sulle prime rampe del San Pellegrino Cecchini ha rotto gli indugi, è svincolato via dal controllo di Zen; il toscano ha spinto forte sui pedali e solo per 20” ha sforato le 4 ore in sella, così a mezzogiorno le campane della chiesa arcipretale si sono messe a suonare, quasi a festa… ià a Passo San Pellegrino Zen era in netto ritardo, lui che lo scorso anno era stato il reuccio della Marcialonga Cycling Craft, a Passo Valles il divario era ancora più pesante, poi a Predazzo il cronometro gli ha assegnato un distacco di 5‘40”, ma il tempo di Cecchini era da autentico record. I distacchi dei successivi arrivi si sono fatti ancor più concreti, con Davide Lombardi 3°, a 12’40”. on Claudia Gentili al via, la gara marathon femminile sembrava già segnata, ma la poliziotta toscana ha dovuto inchinarsi allo strapotere della bergamasca Manuela Sonzogni, già prima nel 2013. L’orobica nella prima parte di gara ha “copiato” il ritmo della Gazzini, poi superato Predazzo ha messo al sicuro il proprio successo pedalando ancora con vigore. Ha chiuso con un buon tempo, 4h44’13”, ma in particolare ha rifilato alla Gentili 17’43”, davvero un’enormità. Distacco ancor più sostanzioso per Patrizia Piancastelli, terza a 22’34”.













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