«Caro Bettini non scordarti di Moser»

Ciclismo. Mau Fondriest da Londra parla al ct azzurro. Di Olimpiadi e non solo: «Moreno ha potenzialità enormi»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Maurizio Fondriest, guarda caso, è a Londra, teatro delle imminenti Olimpiadi. Il campione del mondo è da tempo uno degli osservatori del pedale più ascoltati e, pure, una sorta di Ct ombra della Nazionale. Anzi, per molti sarebbe l’uomo giusto al posto giusto proprio come selezionatore azzurro.

Fondriest , ha visto la squadra che il ct Bettini ha in animo di portare a Londra? Le piace?

«Le Olimpiadi, va detto, sono corsa strana. L’arrivo in volata è evento assai raro e anche le logiche legate alla gestione della corsa, con soli cinque uomiini sono altra cosa rispetto ad un (per esempio) Mondiale. Bisogna vedere se i nomi apparsi sulla stampa sono proprio quelli o se sono un’interpretazione giornalistica di alcune considerazioni di Bettini».

Se fosse tutto vero?

«C’è comunque del tempo e bisognerà vedere chi per allora sarà in forma. I tre capitani sembrano essere Nibali, Pozzato e Viviani, con Paolini ed il nostro Matteo Trentin a lavorare di qualità e di quantità. Daniel Oss, riserva sui giornali, potrebbe subentrare se uno dei due dovesse calare. Il borghigiano è un neopro ma ha dimostrato di avere preso subito le misure all’ambiente e sta facendo bene. Tenete presente che l’Olimpiade ha un percorso esigente, paragonabile per molti versi alla Amstel Gold Race. Io a Bettini ho parlato, insistendo su un nome, su Moreno Moser: lo dovrebbe portare qui a Londra».

Un giovane che ha già vinto due corse, anche all’estero.

«Sì ma non solo. Moreno ha iniziato a fare il professionista da professionista e non da juniores. Spesso accade che alcune squadre facciano fare a giovani talenti la vita dei professionisti e in questo modo si corre il rischio di bruciarli. Forzare troppo il fisico quando si trovano ancora in fase di crescita, è pericoloso. Sono convinto che Moser abbia grandi margini di crescita, farà bene. Ha fondo e scatto, va forte a cronometro. Ci penserei due volte prima di lasciarlo a casa».

Tra l’altro il giovane al fiere della Liquigas rientra proprio sabato nella sua valle di Non. Correrà il Melinda.

«Però Moser è al rientro dopo un periodo di allenamento in altura, manca alle corse da un mese. Vero è che è un corridore forte e che sarà comunque davanti, vedremo se sarà in grado di imporsi. Ma il giudizio su di lui non è che muta per una corsa. Lui le doti le ha».

Senta lei ha seguito e, in parte corso in maglia Mediolanum, il Giro d’Italia. Che le è sembrato?

«Beh è stato detto di un Giro piatto, povero di vere emozioni. Ma a mio parere la colpa non è soltanto dei corridori, ma soprattutto di chi ha disegnato il percorso. Mi metto nei panni dei ciclisti e mi chiedo, dove avrei potuto attaccare per staccare gli avversari senza spendere troppe energie. Dove si è avuto un arrivo in salita davvero impegnativo? Non c’era granchè»

Ha vinto Hesjedal. E’ stato davvero il migliore?

«In questo Giro, sì. Guardando l'aspetto tecnico la corsa è stata un po' sotto tono rispetto alle aspettative della vigilia. Basso ha corso da leader, la sua squadra, la Liquigas era la più forte, però lui è mancato. Forse perché ha avuto un inizio di stagione difficile, con molte le cadute».













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