CALCIO

C’è anche la bolzanina Arianna Bazzo tra le donne arbitro al top

La 26enne ha diretto l’amichevole tra Italia e Belgio Under 23. Dopo le uscite in Serie D una sfida dal respiro internazionale che fa ben sperare per il futuro


Paolo Gaiardelli


BOLZANO. Il momento è adesso. Quello delle donne arbitro, sempre più protagoniste ad alti livelli. Dalla presenza di tre fischietti rosa al prossimo Mondiale in Qatar, all'esordio in Serie A di Maria Sole Ferrieri Caputi, iniziano ad essere tante ed importanti le testimonianze di un movimento in forte crescita, che chiede - giustamente - spazio e che inizia - finalmente - a togliersi le prime grandi soddisfazioni, che rappresentano anche passaggi storici. E in questa "rivoluzione" vuole dire la sua pure l'Aia (Associazione italiana arbitri) altoatesina, che vive, come tante altre realtà sul territorio nazionale, dell'entusiasmo di diverse ragazze, capaci di cambiare volto ad un'istituzione per alcuni aspetti - ma non certo per questo - poco incline alle novità ed esprimere, in alcuni casi, qualità uniche.

L'esempio migliore, in tal senso, è quello della bolzanina Arianna Bazzo. Che abbiamo conosciuto meglio qualche anno fa proprio grazie ad un'intervista rilasciata al nostro giornale, nella quale raccontava, tra le altre cose, come l'antistress migliore, prima di scendere in campo la domenica, fosse preparare una torta. Espediente che ha funzionato, e bene, visto che, tre anni dopo quella dichiarazione, giusto ieri, l'abbiamo vista impegnata nella sua prima gara dal respiro internazionale, la partita amichevole, neanche a farlo apposta al femminile, tra Italia e Belgio Under 23, andata in scena a Noceto.

Sguardo fiero e inflessibile, Arianna, laureata in Economia e Management, ha intrapreso la carriera arbitrale spinta dalla passione per il calcio condivisa con papà Andrea e con il fratello Mattia, con quest'ultimo che le ha idealmente regalato il testimone prima di smettere la divisa dell'Aia ed indossare quella da militare. Entrata nella sezione del capoluogo in punta di piedi, appena 16enne, nel lontano 2012, Bazzo ha fatto di quella singolare decisione una vera e propria missione, visto che, negli anni, la sua carriera ha preso sempre maggiore sostanza, portandola sino alla platea della Serie D (quella degli uomini!); campionato che, c'è da scommetterci, non rappresenta assolutamente un traguardo per la bolzanina, la quale, dopo l'esperienza unica di ieri, può puntare concretamente, nelle prossime stagioni, ad imporsi per davvero.

Perché Arianna Bazzo si trova perfettamente in linea con quello che è il percorso da compiere per chi ambisce ai traguardi più prestigiosi. L'esempio, oggi, è lì ed è tangibile. Quello cioè di Maria Sole Ferrieri Caputi, internazionale dal 2019 e arrivata recentemente, a 32 anni, a dirigere il match di serie A tra Sassuolo e Salernitana, uscendo dal rettangolo verde tra gli applausi per una direzione di gara ineccepibile. E se lei ha rotto il ghiaccio, ecco che chi come il fischietto nostrano guarda con tanta ambizione al domani, nulla può essere considerato impossibile. Sia per Arianna che per il gruppo - cinque in totale - di arbitri della nostra provincia attualmente nell'organico della Can D, i quali hanno iniziato ad assaporare il gusto unico della ribalta nazionale. Assieme ad Arianna Bazzo ci sono Simone Di Renzo, anche lui della sezione di Bolzano, e gli assistenti, tutti meranesi, Carlo De Luca, Massimo Minniti e Stefan Nikolic. Una squadra di talento - perché si può ragionare come un team anche indossando la giacchetta nera (ormai ex) - con l'obiettivo di emergere e riportare, dopo il Südtirol in serie B, anche un nostro arbitro sui campi più belli dello Stivale e non solo.













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