Birarelli già pronto: dall'argento all'incognita Diatec

TRENTO. Un paio di giorni di riposo, giusto il tempo di mettere la maglia azzurra in un cassetto fino all'estate prossima e di tornare a vestire la divisa bianca di Trentino Volley. Emanuele...



TRENTO. Un paio di giorni di riposo, giusto il tempo di mettere la maglia azzurra in un cassetto fino all'estate prossima e di tornare a vestire la divisa bianca di Trentino Volley. Emanuele Birarelli è a casa, domani tornerà ad allenarsi con quella Diatec di cui sarà il nuovo capitano con una medaglia d'argento conquistata in un Europeo da 10 e lode per l'ItalVolley.

«È stata una grande manifestazione, ma la lode la toglierei, quella la metteremo solo quando vinceremo una medaglia d'oro – commenta il centrale marchigiano della Diatec – in questa Nazionale ancora nessuno ha vinto un grande torneo e la voglia è tanta. Non è stato un Europeo facile, abbiamo avuto diversi infortuni ed affrontato partite difficili, ma quando siamo andati nella fossa siamo sempre riusciti ad uscirne senza andare fuori giri fino alla finalissima».

Un argento meno amaro rispetto a quello del 2011: allora a Vienna ci fu la sensazione dell'occasione persa, qui ci si è scontrati contro una grande Russia.

«Queste sensazioni dipendono sempre da come si perde la finale. A Vienna portammo la gara al quinto set, domenica non ci siamo riusciti e non siamo arrivati così vicino a vincere. Contro la Russia abbiamo vinto il terzo set ma negli altri abbiamo faticato, hanno dimostrato di essere i più solidi in questo momento, hanno un gioco ben definito che li fa avere pochi alti e bassi».

Berruto ha già lanciato la corsa ai Mondiali 2014 in Polonia dicendo che adesso vedrà quali giocatori “vorranno restare sulla barca”.

«Io assolutamente me la sento di continuare. Se Mauro vorrà convocarmi io ci sono, la Nazionale è una parte importante della mia vita e della mia carriera parallela alla mia storia nel club. Chiaro che sono discorsi prematuri, ma io all'azzurro tengo tantissimo e sarò sempre a disposizione».

Lei è uno dei punti fermi di questa Nazionale che in Danimarca ha "scoperto" giovani interessanti come Beretta, Vettori e Piano.

«Credo che la transizione sia stata fatta nel modo giusto. Perché una parte della Nazionale, penso a Savani e Parodi titolari ormai da quattro o cinque stagioni, Travica e Zaytsev da tre, comincia ad essere un gruppo molto solido. Per ragazzi giovani è più facile inserirsi nel gioco e nelle dinamiche della squadra, poi però sono stati bravissimi loro, rendendo anche più di quello che ci si poteva aspettare».

Lei come sta dopo i problemi alla schiena?

«Bene, per fortuna non era nulla di grave, ho saltato solo le prime due partite. Chiaro che un po' stanco lo sono, una manifestazione di questo genere ti toglie le energie. La forma c'è ma è stata un'estate intensa. Sono contento della mia estate nel complesso. Non mi era mai capitato prima di attaccare anche 15 o 20 palloni a set, invece sia i compagni che l'allenatore mi hanno dato fiducia e spero di averli ripagati con buone prestazioni. Mi sono sentito un giocatore importante e questo non può che motivarmi ulteriormente».

È pronto per vestire la fascia di capitano della Diatec?

«Sono contento di ricominciare, c'è tanta curiosità attorno a questo nuovo inizio ed è un bene, vuol dire che c'è voglia di scoprire questa squadra nuova. Che è diversa ma altrettanto competitiva rispetto a quella del passato, che partendo non in primissima fila potrà però togliersi delle belle soddisfazioni».

E che inizierà subito, fra una settimana, con due manifestazioni importanti per la vostra stagione: Supercoppa e Mondiale per Club.

«Chiaro che per una squadra nuova sarebbe stato utile un periodo di tempo più grande per lavorare, ma non ci lamentiamo».

L'obiettivo è capire il vostro potenziale.

«Quando si cambia tanto è giusto scoprire partita dopo partita il proprio potenziale». (n.b.)

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