«Bella Diatec, ma non è da scudetto»

Volley A1. Massimo Dalfovo valuta le potenzialità della squadra di Serniotti: «Deve seminare per raccogliere in futuro»



TRENTO. La vittoria su Molfetta è già alle spalle, da ieri sera la Trentino Diatec è a Smirne, in Turchia. Con l'obiettivo focalizzato sulla gara di domani contro l'Arkas Izmir in Champions League. Una partita importante che, in caso di vittoria, porterebbe Birarelli e soci ad un passo dalla qualificazione ai playoff a 12.

Un incontro che arriva dopo un inizio di stagione da incorniciare, che ha piacevolmente impressionato anche il numero uno della Fipav del Trentino, Massimo Dalfovo, che domenica ha consegnato il gonfalone per la vittoria della Coppa Italia 2012/2013. «Finora è stato un inizio di stagione più che positivo – commenta – fra il terzo posto al Mondiale e la Supercoppa Italiana. È una squadra con un top player assoluto nel suo ruolo come Sokolov, una garanzia come Birarelli e poi a me piace molto Colaci, insieme a loro tanti ragazzi giovani interessanti che devono solo lavorare con uno staff di qualità come questo per crescere nel corso della stagione».

Otto gare vinte su dieci in meno di un mese, quello che sta nascendo è un gruppo diverso e più giovane rispetto al precedente, ma che sta “studiando da grande”. Ma questo gruppo può crescere quest'anno fino ad arrivare ad impensierire le candidate big come Piacenza o Macerata? «Nella partita secca sì e lo si è visto in Supercoppa, in una serie di gare per essere competitivi ai livelli più alti forse manca qualcosa – prosegue l'ex schiacciatore di Cus Trento, Padova, Modena e Schio – poi chiaro, lo sport è bello perché tutto può succedere e la palla è rotonda, ma lottare per il titolo è dura. Di sicuro è un'ottima squadra, ben costruita e che può disputare una buonissima stagione, ma credo che gli obiettivi quest'anno siano altri. Ovvero mantenere una buona prima squadra ed un settore giovanile che sia ancora un serbatoio importante come lo è stato con i vari Lanza e Fedrizzi. Bisogna proseguire a seminare in modo massiccio per il futuro ed un giorno si tornerà a vincere».

Compiendo, insomma, quei passi che sono commisurati alla gamba. «L'importante è rimanere ed avere radici solide – continua – abbiamo già visto purtroppo altre realtà importanti scomparire, altre invece hanno cicli più o meno felici, come è normale nello sport, ma da tantissimi anni resistono e vanno avanti. Credo che già mantenere a lungo un buon livello di prima squadra in serie A, un settore giovanile importante e radicarsi sul territorio avendo buoni rapporti di collaborazione con le società periferiche sia fondamentale». ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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