il caso

Infortuni sugli sci, in media 50 al giorno

Il primario Claudio Ramponi: «Niente allarmi, facciamo fronte al superlavoro». Ma l’assenza di neve produce incidenti più gravi


di Sandra Mattei


TRENTO. I numeri danno un’idea della mole di lavoro che in questi giorni affrontare i reparti di ortopedia della provincia. Sono in media 50 al giorno gli sciatori che si infortunano sulle piste del Trentino. «In totale - fa sapere il dirigente del pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara Claudio Ramponi - dal primo gennaio a lunedì 18 gennaio, gli infortuni sono stati 902 in tutta la provincia, il che significa una media di 50 al giorno».

Sembra una cifra molto elevata, ma se si confronta il dato con quelli dello stesso periodo dell’anno scorso e dell’anno precedente, si scopre che si tratta del numero più basso: nel 2015 gli infortuni dal primo al 18 gennaio furono 1030 e nel 2014 933. Dunque, nessuno dato allarmante per una presunta difficoltà a far fronte all’afflusso costante dei feriti sulle piste nelle strutture ospedaliere della provincia.

Semmai, se un dato c'è da segnalare, afferma il dottor Ramponi, quello riguarda la gravità degli incidenti. «Quest'anno – spiega – visto la stagione anomala con la mancanza di neve, sono aumentati gli incidenti con patologie gravi, perché gli sciatori rischiano di uscire di pista e di rovinare sulla terra invece che sulla neve. In ogni caso, grazie agli operatori della centrale d'emergenza, siamo in grado di dirottare il paziente subito, se c'è il sospetto di trauma cranici, al torace o all'addome, agli ospedali di Trento e Rovereto dove ci sono reparti che possono garantire cure adeguate».

Per quanto riguarda la situazione degli ospedali periferici e gli allarmismi sollevati in questi ultimi mesi, per la difficoltà a far funzionare le sale operatorie dopo l'adeguamento dell'Italia alla norma europea sul riposo che i medici devono osservare tra un turno e l'altro, Ramponi tiene a sottolineare che si tratta di un falso problema. «Tengo a precisare – afferma il primario – che gli ospedali di valle funzionano a pieno ritmo e garantiscono gli interventi ortopedici tutti i giorni, compresi i fine settimana. Le sale operatorie non funzionano dopo le 19, ma gli infortuni sugli sci avvengono evidentemente durante il giorno, quindi il problema non si pone. E' vero che gli incidenti sono più frequenti dalle 15.30 alle 18, quando si è più stanchi, ma è chiaro che se un paziente arriva per un trauma in sala operatoria nel tardo pomeriggio, non si sospende certo l'intervento perché scatta il turno notturno».

Il primario del Pronto soccorso ribadisce il concetto che non ci sono difficoltà a far fronte all'aumento dei ricoveri per la stagione sciistica: «Siamo attrezzati per questo tipo emergenza. Gli ospedali in città funzionano come hub per gli interventi più gravi, quelli di valle funzionano per le operazioni più semplici. Lo metto in evidenza, perché l'allarmismo che fanno alcuni politici è del tutto ingiustificato».









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