«Il nuovo ortopedico arriva il primo di giugno» 

Borgo, l’annuncio durante la serata pubblica sul S. Lorenzo con solo 60 presenti  Don Renato, cappellano dell’ospedale: «Tutti si lamentano ma oggi dove sono?»


di Marika Caumo


BORGO. L'annuncio dell'arrivo del nuovo ortopedico e lo sfogo di don Renato. Sono questi i momenti più significativi dell'incontro che i due gruppi di maggioranza, Borgo Domani e Borgo e Olle Bene Comune, hanno organizzato giovedì sera nell'auditorium della Comunità di Valle per parlare di ospedale San Lorenzo. In sala solo una sessantina di persone, tra cui gli onorevoli Fugatti e Segnana, il consigliere provinciale Kaswalder, i sindaci di Pieve Tesino e Novaledo. Fuori le brochure della Provincia in cui si riporta quanto fatto in questi anni, i numeri e i servizi del San Lorenzo. Sul palco il sindaco Fabio Dalledonne e la sua giunta. Unico assente l'assessore Rinaldo Stroppa.

Dalledonne è partito ripercorrendo la storia del presidio di Borgo, dal protocollo del 2006 fino alla riorganizzazione dei reparti di chirurgia e ortopedia partita lo scorso 1 aprile. Il sindaco ha letto e commentato punto per punto, non senza qualche stoccata ironica, la lettera che il Consiglio per la Salute ha inviato a fine marzo all'assessore Zeni (Trentino del 11 aprile con perplessità e richieste per ogni singolo servizio. Quindi le risposte ricevute dall'assessore (Trentino del 21 aprile), che incontrerà il Consiglio per la Salute il prossimo 9 maggio. E già questa è una notizia.

Ha parlato della riorganizzazione di chirurgia e ortopedia («Quando dicono “in via sperimentale“ significa che non c'è nulla di più definitivo» e «non può esserci un pendolarismo dei malati quando abbiamo un ospedale qua dal 1545») ai tagli alle guardie mediche del Tesino («220mila euro l'anno sono gocce nel bilancio della Provincia, lancio una provocazione e dico che li tirano fuori i Comuni ’sti schei!»), alla netta sensazione che una parità tra gli ospedali periferici non c'è. Non è mancato l'accenno a strumentazione («Per l'ecografo ha dovuto pagare la Comunità di valle»), pronto soccorso, odontostomatologia, reumatologia («Siamo l'unico ospedale di valle a non avere un ambulatorio») mentre su ortopedia la parola è passata all'assessore Mariaelena Segnana, che ha ricordato come da anni si chiede l'interessamento per ortopedia, in vista del pensionamento a fine 2018 del primario Bertoldi.

«La risposta è stata mettere Bertoldi a scavalco con Trento. Abbiamo invece stappato lo spumante lo scorso agosto, quando via mail ci dicevano che a breve arriverà da Cles il nuovo ortopedico. Voi lo avete visto?», chiede. «Alla richiesta di spiegazioni ci è stato risposto che nella mail non era indicata la data d'arrivo. Una presa per i fondelli», conclude. Annunciando però che, notizia di ieri, pare che a giugno l'ortopedico arrivi. «Consentirebbe di avere un servizio continuativo e di grande qualità. Il 1° giugno saremo in reparto a vedere se è vero» precisa la Segnana.

Altra questione, i lavori di ristrutturazione e ampliamento. «A nostro avviso il cronoprogramma non è credibile. Se viene a mancare la credibilità, la gente perde la fiducia», ha spiegato il vicesindaco Enrico Galvan. Il quale, carte alla mano, ha ricordato come nel marzo 2016 al Consiglio per la Salute fu presentato il calendario dei lavori, con la gara d'appalto per luglio di quell'anno e l'inizio dei lavori a novembre 2017. «Ora cambiano le date. Entro settembre si espleterà la gara d'appalto e già a gennaio inizieranno i lavori: in tre mesi la vedo dura, non è realistico. Servono segnali tangibili che c'è la volontà di investire: di numeri e tabelle non ce ne facciamo nulla», prosegue Galvan. «Qua c'è la politica del rubinetto, che viene chiuso un po' alla volta», conclude Dalledonne. Parole confermate da un operatore che vi lavora e in questi anni ha visto un netto depotenziamento. Carola Gioseffi ha ricordato come la guardia medica in Tesino «non sia polemica ma un'esigenza», altri come il personale in pronto soccorso sia insufficiente.

Significativo l'intervento di don Renato Tomio, assistente spirituale al San Lorenzo: «Ho l'impressione che alla gente l'ospedale preme solo a parole. Dove sono i borghesani stasera? Dove quelli che all'ospedale ci lavorano? Tutti si lamentano ma se qualcosa ci sta a cuore, ci battiamo. Dentro vedo orari e ritmi inumani, anche di 13 o 14 ore. Dobbiamo fare una rivoluzione, ma non posso essere io a dirlo: ci crediamo o no?».









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