Dopo la valanga sul Rifugio è scattata la rete solidale 

Canazei. Guide alpine e amici di Trevisan e dei suoi soci hanno aperto un conto di raccolta fondi come base per risistemare il Pian dei Fiacconi. Il sindaco Bernard: «Capire l’origine della slavina»


Elisa Salvi


Canazei. Che Guido Trevisan, in vent’anni d’attività del rifugio Pian dei Fiacconi, abbia “costruito” molto di più di un rifugio ai piedi del ghiacciaio della Marmolada, lo si capisce chiaramente dall’affetto e la solidarietà scattati non appena si è diffusa la notizia della valanga che, la sera del 14 dicembre (ma è sempre più accreditata l’ipotesi che il distacco sia avvenuto qualche giorno prima), ha quasi demolito la struttura. Il fronte di neve ampio 600 metri e capace di spostare i muri del rifugio di dieci centimetri, non ha affatto scalfito il rapporto creatosi nel tempo con la Marmolada, montagna affascinante quanto austera e difficile, e con gli alpinisti e le tante persone che conoscono Guido e condividono la sua visione di presidio di montagna capace di integrarsi in modo sostenibile nell’ambiente dolomitico.

Così sin da martedì si è diffuso un tam-tam tra gli amici e i social media per una raccolta fondi per aiutare Guido (padre di tre figli) e i soci, Davide Menegazzi, Sirio Pedrotti e Stefano Cattarina, con cui dall’estate scorsa gestisce anche il Rifugio Ghiacciaio Marmolada.

«In queste ore - spiega Federico Sordini, amico di Trevisan - la guida alpina Valerio Scarpa abbiamo promosso l’apertura di conto corrente il cui beneficiario è Guido Trevisan (Coordinate bancarie: Iban IT64 I058 5635 2200 7757 1457 626 - Bic BPAAIT2B077). Si tratta di un aiuto immediato, anche in vista del Natale, che sarà accompagnato da una raccolta fondi su Facebook, attivata da altri amici nei prossimi giorni».

Si punta in poco tempo a mettere insieme una somma simbolica ma significativa, disponibile almeno in parte già per le feste.

La notizia della valanga ha scosso tutti in valle, in particolare a Canazei, come sottolinea il primo cittadino Giovanni Bernard: «Siamo dispiaciuti e vicini a Guido Trevisan e ai suoi soci, che vivono una situazione difficile. La valanga è il frutto di una concomitanza di circostanze sfortunate: precipitazioni nevose copiose, che non capitavano da tempo; stratificazioni in cresta e un rialzo improvviso delle temperature che hanno provocato un distacco nevoso importante». Un evento su cui il sindaco attende dati certi. «In questi giorni sono state effettuate solo ricognizioni con gli elicotteri. Aspettiamo, appena possibile, le rilevazioni degli esperti per capire se si tratti di un episodio eccezionale e quanto possa essere collegato ai fenomeni indotti dal cambiamento climatico e alle nuove morfologie del clima e del territorio che siamo chiamati a esplorare e fronteggiare».

La valanga, che ha spazzato via anche la stazione a monte della storica cestovia (chiusa nel 2019 per fine vita tecnica) che dal Fedaia portava a Pian dei Fiacconi, sta inducendo, in alcuni, riflessioni sul progetto di un nuovo impianto. «Al di là della funzione e validità dell’impianto - dice Bernard - questo evento potrebbe comportare specifiche valutazioni, da parte della società che avanza il progetto, in merito a scelte realizzative e a eventuali protezioni».

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