LA PROPOSTA

Delladio agli impiantisti: un patto sullo scialpinismo 

L’imprenditore di Ziano: «Sono sempre di più, va creato un sistema di regole per aprire alcune piste anche a loro, soprattutto se non c’è neve naturale. Ma in sicurezza»


Andrea Selva


Trento. «troviamo un accordo tra scialpinisti e impiantisti per l’utilizzo delle piste, a particolari condizioni, anche per la risalita con le pelli di foca». l’appello arriva da Lorenzo delladio, titolare de la sportiva, già protagonista del dibattito su ambiente e turismo quando tre anni fa lanciò l’idea di un “parco per l’outdoor” a passo rolle. e ora, leggendo sui giornali, l’ennesimo capitolo che vede contrapposti i due mondi (ne abbiamo dato conto sul trentino di ieri), rilancia un tema che gli sta a cuore: «lo scialpinismo è un fenomeno in crescita, si tratta di una tendenza che va oltre l’emergenza sanitaria attuale e che emerge chiaramente anche dai nostri dati aziendali. c’è una domanda in crescita per questo genere di esperienza e - soprattutto in caso di assenza di neve - non vedo perché non consentire agli scialpinisti di frequentare le piste da sci, naturalmente in sicurezza, negli orari previsti dalle funivie e ovviamente pagando anche un prezzo, perché è giusto garantire una remunerazione per chi pensa all’innevamento».

Quanto al fatto di aprire le piste agli scialpinisti anche ora, in emergenza covid, con abbondante neve naturale e con i bollettini valanghe che indicano un rischio elevato di distacchi nevosi, delladio frena: «la sicurezza prima di tutto - spiega - gli impiantisti hanno le loro ragioni, i gatti delle nevi in azione rappresentano un pericolo. quello a cui penso io va oltre l’emergenza attuale: mi immagino piste aperte agli scialpinisti la sera, magari a turno, un giorno in un comprensorio e un giorno in un altro, con gli sciatori che salgono facendosi luce con le lampade frontali e poi - perché no? - possono essere un’occasione di reddito per i rifugi che credono in questo progetto. una sorta di “palestra” a cielo aperto dove gli appassionati potrebbero allenarsi in sicurezza». insomma una sorta di prodotto turistico-sportivo alternativo, sicuramente a basso costo, che anche le apt potrebbero pubblicizzare. anche perché - come insegnano gli esperti di marketing - l’effetto novità premia chi agisce per primo.

Quanto ai puristi dello scialpinismo nessun problema: «ognuno fa le sue scelte» continua delladio. «l’altro giorno sono salito a bellamonte e ho visto gente salire in pista, mentre io sono andato nel bosco. poi è chiaro che al momento di scendere può essere più comoda la pista. l’importante è che ci sia un sistema di regole e che ci sia chi le fa rispettare. sono convinto che molti scialpinisti - ripeto: soprattutto quando non c’è neve naturale - sarebbero disposti a mettere mano al portafogli per questo, a vantaggio di chi sostiene i costi per la produzione di neve artificiale». e delladio lancia un appello anche alla politica: «penso che siamo di fronte a un fenomeno nuovo, le persone che chiedono questo sono in aumento, servono norme nuove e la politica non può chiamarsi fuori. agli imprenditori delle funivie (che magari considerano gli scialpinisti solamente una scocciatura) suggerisco invece di vederli come un’opportunità».

 









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