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«Calo delle nascite, materne a rischio chiusura in Trentino», l’allarme di Coesi

L’assemblea dell’associazione che riunisce 16 scuole dell’infanzia. Il presidente Bonazza: «Serve attuare una nuova collaborazione con gli asili nido per utilizzare meglio le strutture e garantire la continuità pedagogica»



TRENTO. «Proprio perché siamo in tempi profondamente problematici sotto il profilo della natalità ci troviamo con strutture a rischio di chiusura e territori che saranno sprovvisti di servizi che non potranno mai nascere per via della insostenibilità numerica e finanziaria». Lo ha detto il presidente Diego Bonazza ieri (29 dicembre) all’assemblea di Coesi, l’associazione che riunisce 16  scuole materne, alla quale si è unita ultimamente anche la scuola dell’infanzia di Serso.

Bonazza ha evidenziato i due problemi che in questo momento toccano le strutture di Coesi ma tutte le 226 scuole dell’infanzia del Trentino: l’aumento dei costi di gestione e il progressivo calo delle nascite.

Sul primo fronte il presidente di Coesi ha assicurato ai soci che per quanto riguarda il rincaro delle bollette soprattutto del metano da riscaldamento ma anche elettriche, che gravano pesantemente sui bilanci delle scuole, Coesi si renderà parte attiva nei confronti della Provincia per cercare soluzioni tempestive.

Quanto al calo demografico che le scuole dell’infanzia registrano ogni anno di più al momento delle iscrizioni (quelle per il 2022-2023 si raccoglieranno in gennaio), il presidente ha riconosciuto nel disegno di legge 135 recentemente proposto in Consiglio provinciale da Vanessa Masè (La Civica) un’interessante strategia con cui le politiche pubbliche potrebbero fronteggiare seriamente il problema attraverso un progetto di collaborazione tra asili nido e materne. 

«L’obiettivo – ha ricordato Bonazza – è superare l’ancora molto limitato grado di continuità tra i due ambiti educativi con un approccio organizzativo e pedagogico adeguato con nuove composizioni di gruppo tra bambini, che non siano solo sporadiche come quelle attualmente realizzate a fine anno. Si tratterebbe da un lato di differenziare le proposte in base alle età ma al tempo stesso di integrarle in un percorso omogeneo abbattendo schemi e barriere che appartengono al passato».

«Non possiamo e non vogliamo impoverire il tessuto sociale e soprattutto quello periferico. Il ddl prospetta in tal senso una possibile risposta aprendo la strada a un utilizzo flessibile delle strutture delle scuole dell’infanzia i cui spazi permettono di ospitare servizi di continuità pedagogica con i nidi». Si riuscirebbe così, secondo Coesi, a ottimizzare la disponibilità degli immobili evitando di costruirne di nuovi che nel giro di pochi anni rischierebbero di rimanere inutilizzati. E si inizierebbe finalmente a materializzare il progetto di riforma del sistema educativo 0-6 anni di cui si parla da anni. «In questa direzione, ha concluso Bonazza, Coesi è pronta a fare la sua parte».

«Naturalmente una simile progettualità implica una cooperazione istituzionale tra Provincia, Comuni ed enti del Terzo Settore come Coesi, ma soprattutto un forte raccordo professionale tra educatrici e insegnanti basato sul confronto e partendo dai reali bisogni dei bambini dei nidi e delle scuole dell’infanzia», ha concluso il presidente di Coesi.













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