Da Napoli alla Costa d'Avorio, progetto per bimbi e disabili



NAPOLI  - Da Napoli alla Costa d'Avorio per offrire nuove opportunità alla popolazione giovane, in particolar modo ai disabili: viene presentato il 3 maggio, nella Sala Baroni del Maschio Angioino, "La Maison de la Culture et de la Santé Broudoumé Sous-préfecture de Ouragahio- Insieme si può" un progetto solidale che mira attraverso una raccolta fondi internazionale alla creazione di un Centro Polifunzionale con il patrocinio del Comune di Napoli e del Comune di Quarto.
    La struttura comprenderà laboratori per la formazione nelle professioni sanitarie e tecniche, biblioteche e sale multimediali per attività extracurriculari degli studenti, una sala con strumentazioni mediche per le prime diagnosi, uno studio dentistico, laboratori di modellistica e sartoria, laboratori linguistici per preservare la lingua bété e spazi sportivi per i giovani. Alla conferenza, dopo i saluti di Massimiliano Marotta (presidente dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici), Luca Trapanese (assessore al Welfare del Comune di Napoli), Ciro Romano (Rettore Università Montemurro D'Ippolito), Gennaro Danesi (Console Onorario di Nicaragua), interverranno Fatou Diako (presidente di Hamef aps), Giulio Carotenuto (presidente Aisha Foundation), Emanuele Giuseppe Adiletta (AISP docente Uniupc), Antonio Lo Conte (Anpis Puglia), Valeria Saggiomo (Università L'Orientale ). Coordina Désirée Klain, portavoce di Articolo 21 Campania. "In un momento storico così respingente rispetto alla 'diversità' - spiega Fatou Diako, che è anche presidente della Consulta Immigrati del Comune di Napoli - nel quale si sta tornando ad un brutto passato, chiedendo, addirittura, classi separate per i disabili, noi cerchiamo di educare alla solidarietà. Le voci di gioia dei bambini, delle donne, degli anziani, dei locali di Broudoumé e della Sottoprefettura di Ouragahio non saranno più un'eco lontana. E quella Casa, a Broudoumé, sarà anche la nostra casa".
    A Broudoumé, così come in altre zone del paese africano, i bambini spesso sono costretti a utilizzare campi sportivi improvvisati, che condividono con il bestiame.
 (ANSA).
   









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