la strage

Ex primario stermina la famiglia e poi si suicida

Dramma a L’Aquila. Carlo Vicentini, 70 anni, primario di urologia all'ospedale di Teramo, era in pensione da tre mesi. Il peso insopportabile del figlio che soffriva di una grave malattia neurodegenerativa



L’AQUILA. Dramma familiare a Tempera, frazione de L’Aquila. Un medico in pensione da meno di tre mesi, Carlo Vicentini, ha ucciso la moglie e i due figli e poi si è suicidato.

L’uomo, 70 anni, era stato primario di urologia all'ospedale di Teramo fino allo scorso dicembre. Avrebbe usato una pistola regolarmente denunciata per uccidere il figlio Massimo, di 43 anni, afflitto da una malattia neurodegenerativa e attaccato ad un respiratore, la seconda figlia Alessandra, di 36 anni, e la moglie Carla Pasqua, 69 anni. 

Il noto urologo avrebbe sparato ai suoi familiari mentre erano al letto: il figlio disabile è stato ritrovato sotto le coperte, la figlia, che evidentemente ha tentato di nascondersi, è stato ritrovata sotto al letto e la moglie, invece, nel corridoio nel disperato tentativo di mettersi in salvo. Il medico si sarebbe tolto la vita nella sua stanza.

L'uomo avrebbe lasciato un biglietto, composto da pensieri farneticanti. Questo lascerebbe intendere che il medico, dopo il pensionamento, depresso e introverso secondo molti per le gravi condizioni di salute del figlio, non avrebbe premeditato la strage.

Ma le indagini proseguono. "Una vicenda estremamente grave", le parole dell'avvocato di famiglia Emilio Bafile. "Era un professionista straordinario - ricorda il legale - ha sofferto sicuramente per la situazione clinica del figlio che stava poco bene e questa vicenda lo ha segnato. Ovviamente, la sofferenza è arrivata all'estremo e ha maturato questa idea". "Ci avevo parlato qualche giorno fa - aggiunge - anche in quell'occasione si è confermato una persona di livello, di tanti interessi. Una persona di spicco, ma le condizioni del figlio hanno pesato molto sulla sua esistenza".













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