medio oriente

Crosetto: "I militari italiani in Libano non sono un target ma il rischio c'è"

Il ministro: "Preoccupa la possibile escalation derivante dalla reazione di Israele"



ROMA. Dopo l'attacco dell'Iran a Israele "aumentano i rischi di potenziali danni collaterali relativamente al Mar Rosso e, soprattutto, al Libano; stabilito infatti che i nostri militari non sono obiettivi deliberati, permane il rischio di un loro coinvolgimento, seppur non intenzionale, nello scambio di fuoco tra le parti". Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in audizione alle commissioni congiunte Affari esteri e Difesa di Senato e Camera.

Sul rischio di possibili escalation derivanti dalla reazione di Israele il ministro ha spiegato: "Non sono e non voglio dirmi pessimista, ma di certo sono preoccupato: la reazione di Israele potrebbe esserci e una nuova spirale di violenza e di guerra si potrebbe ancora innescare. Il paradosso solo apparente - ha aggiunto Crosetto, che ha informato di aver avuto un colloquio telefonico poche ore fa con l'omologo israeliano Yoav Gallant - è che più saremo vicini e rassicureremo Israele sulla nostra amicizia e il nostro supporto, più Tel Aviv si sentirà tutelata e riterrà meno necessario agire in modo plateale e rendere visibile la sua forza militare. Occorre evitare che Israele ponga in essere una reazione che scateni una escalation, facendo giungere il Medio Oriente a un punto di non ritorno".













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