le gelate

Temperature in picchiata, i rischi maggiori per le ciliegie

Da 5-6 notti il termometro è sceso fino a 10 gradi sotto zero. I frutticoltori: “Ore decisive per valutare l’entità dei danni”


Carlo Bridi


TRENTO. Ancora una volta è iniziata una primavera anomala, anche la temperatura e particolarmente il forte vento freddo che viene da nord ci fa rivivere giornate invernali. La conseguenza è quella che sono ormai 5-6 notti che la temperatura nelle zone a forte ristagno d’aria, ma anche in collina e montagna, scende fino a 8 -10 gradi sotto lo zero.

I problemi sono più forti per i cerasicoltori, e per la varietà Kordia in particolare, la più diffusa in Trentino e quella più sensibile al freddo fin dal mese di marzo da quando le piante sono allo stadio delle punte verdi. Lo spiega Angela Gottardello tecnico della Fem che preso il posto di Sergio Franchini andato in pensione pochi mesi fa.

In due zone tipiche di produzione, la Valsugana e il Bleggio, ma anche in alta val di Non, la temperatura è scesa fino a meno 8 gradi sotto lo zero. In media e bassa Valle di Non molti cerasicoltori hanno già steso il telo anti pioggia sui frutteti e qualcuno ha acceso le candele a paraffina o le stufette per alzare di qualche grado la temperatura.

Pratica questa, afferma Matteo Curzel, cerasicoltore e frutticoltore di Caldonazzo, che loro non hanno attivato perché immaginare di accendere le candele o stuffette per 7- 8 notti di seguito vuol dire mangiare in anticipo tutto il possibile reddito del raccolto. La pratica è percorribile se siamo di fronte a gelate che durano una o due notti ma non oltre, diventa antieconomico. Certo, la temperatura è stata spesso fra i 6-8 gradi sotto lo zero, ma per fortuna lo stadio vegetativo è ancora a livello di gemma mossa o al massimo di punte verdi, quindi resistono ad un discreto abbassamento della temperatura. Ma per capire se e quanti

danni vi saranno dobbiamo attendere”, conclude Curzel.

“Per una valutazione dei danni bisognerà attendere qualche giorno”, prosegue  Gottardello, “per ora stiamo raccogliendo le gemme in tutte le zone dove è arrivata la gelata e poi verranno esaminate per capire la percentuale di danno, che certo ci sarà perché la temperatura è scesa a meno 6-7 gradi raggiungendo in base ai sensori che abbiamo sul territorio anche i 10 gradi”.

“Purtroppo si sono combinati diversi fattori –  afferma Enrico Tovazzi frutticoltore biologico a Volano - al freddo che nella notte fra sabato e domenica ha raggiunto i meno 7 gradi, si è unito il fatto che la terra è molto secca quindi l’irradiazione è stata maggiore. Anche in questo caso, a mitigare la situazione lo stadio fenologico dei meli è ancora abbastanza arretrato, siamo fra il mazzetto chiuso e affiorante. Per i danni vale lo stesso discorso, dobbiamo attendere qualche giorno. “In Alta Val di Non, ci dice Francesco Calliari, le piante sono ancora quasi ferme pertanto non si registrano danni”.

Dal canto suo MeteoTrentino agricoltura informa che nelle prossime tre notti avremo ancora gelate, nelle zone di fondo valle più basse e nelle zone poco ventilate sopra i 500 metri le minime potranno arrivare anche a meno 5 gradi. Continua così la quaresima per i frutticoltori.













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