Rurali, in arrivo 400 milioni di liquidi

Maxi operazione di Cassa Centrale Banca grazie all’emissione di un titolo da usare come garanzia presso la Bce


di Roberto Colletti


TRENTO. «Un segnale di vita in un mercato interbancario morto». Così, con soddisfazione appena trattenuta, ma senza alcuna enfasi che sarebbe fuori luogo in uno scenario economico critico, Mario Sartori descrive l'operazione organizzata da Cassa Centrale Banca per garantire oltre un miliardo di liquidità ad una trentina tra Casse Rurali e Bcc.

Di quest'iniezione di denaro, circa 400 milioni sono destinati alle banche cooperative trentine, il resto affluirà nelle casse delle Raiffeisen altoatesine e delle Bcc venete, emiliane e piemontesi che hanno aderito all'iniziativa. «Con i problemi di liquidità che pesano sul sistema bancario, è una boccata d'ossigeno» aggiunge il direttore generale di Ccb.

Sotto il profilo tecnico si tratta di un'autocartolarizzazione, dell'emissione di un titolo costruito con gli attivi corporate delle banche da destinare non al mercato – quei tempi sono tramontati assieme alla fiducia tra operatori - bensì da utilizzare come garanzia per accedere ad un prestito Bce. Un percorso che parte dalla selezione dei titoli di credito delle singole banche, prosegue con la loro unificazione in un unico bond realizzato attraverso una società veicolo, l'assegnazione di un rating, la certificazione della sua “eleggibilità” presso la Banca centrale europea per concludersi con il suo deposito come collaterale di un prestito.

Una strada articolata, nel corso della quale il rischio del titolo viene valutato ad ogni passaggio con perdita, inevitabile, di valore.

Il primo esame, affidato a Moody's ed alla canadese Dbrs, ha classificato i titoli apportando un taglio attorno al 30%, mentre un'ulteriore svalutazione verrà fatta dalla Banca Centrale Europea al momento dell'emissione del prestito, il che porterà la garanzia al 50% del nominale.

Questa la stima prudenziale, il valore esatto si saprà al momento del perfezionamento dell'operazione, probabilmente venerdì. La procedura spiega comunque come si passi da un nominale di 2,2 miliardi a circa la metà di quel valore.

«L'obiettivo è rendere disponibili attivi che oggi sono altamente illiquidi» - spiega Fabrizio Berti, responsabile corporate di Ccb «nel complesso si tratta di titoli che hanno una durata media di 4-5 anni. Utilizzando la società veicolo Ccb Sme Finance 1 e dandoli in garanzia a Francoforte daranno fiato alle banche cooperative».

«Per il credito cooperativo nazionale è il primo esperimento di questa natura. L'operazione, di per sé complessa, è stata comunque facilitata grazie ai consolidati rapporti che Cassa Centrale Banca ha con numerose banche cooperative, anche fuori dal Triveneto» spiega il direttore generale Sartori «inoltre ha aiutato il comune sistema informatico che ha reso rapido lo scambio di informazioni».

Per Cassa Centrale questa non è la prima provvista presso la Banca Centrale Europea. Già nel dicembre dello scorso anno e nel febbraio di quest’anno aveva organizzato la partecipazione delle Casse Rurali e delle Bcc alle emissioni straordinarie di prestiti triennali per complessivi 5 miliardi di euro, poco meno della metà destinati alle banche trentine. Questa volta, in attesa di un ulteriore emissione pluriennale decisa dal presidente della Bce Mario Draghi, la partecipazione punta all'asta ordinaria a tre mesi.

In questo caso si tratta di un’operazione di durata ben diversa, e tuttavia egualmente utile per garantire la liquidità di tesoreria a banche bloccate da rapporti raccolta – impieghi al 100%. Una boccata d'ossigeno, in attesa che si torni a respirare.

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