la polemica

Mazzalai: «Troppo alta la paga di Bort»

Il presidente: Trento si adegui alla media nazionale. I gettoni dei consiglieri di Palazzo Stella per una borsa di studio


Roberto Colletti


TRENTO. “Si può lavorare nelle istituzioni anche a titolo gratuito. Mi spiace di non essere riuscito a convincere i colleghi delle altre associazioni. Comunque noi industriali dimostreremo che il volontariato istituzionale è possibile.” Paolo Mazzalai non demorde dalla battaglia per la gratuità delle cariche della Camera di commercio. Il presidente di Confindustria Trento martedì sera aveva perorato la sua causa nel consiglio camerale riunito per l'elezione della giunta. Se non proprio gratis - “capisco che non è un'idea popolare” ha ironizzato - ha proposto che la “paga” del presidente, del vice presidente ed i gettoni di presenza fossero omogeneizzati agli importi medi degli enti di dimensioni analoghe. Cifre, ha rilevato, in ogni caso più basse di quelle fissate l'altro ieri da via Calepina che, su proposta del presidente Bort, ha dimezzato gli importi sino ad allora in vigore.

“Ha fatto bene, ma non abbastanza” insiste Mazzalai “anche se la sua indennità è passata da 116 a 58 mila euro lordi l'anno, prende sempre più del suo collega di Milano che ha 358 mila aziende inscritte, non le 50 mila trentine.” In effetti Carlo Sangalli, che è anche presidente della Confcommercio di cui Bort è vice, percepisce un'indennità di 52.650 euro.

Palazzo Stella, con lodevole acribia, ha raccolto i dati relativi agli emolumenti di una quindicina di Camere di commercio, concludendo che quella di Trento si colloca, pur con i nuovi importi ridotti, sopra la media. Da qui l'invito a contenere ancor di più i costi, prendendo come modello Como che, con poco più di 49 mila imprese iscritte, remunera il suo presidente con 22.400 euro l'anno. La sollecitazione di Mazzalai, come detto, non è stata accolta. Anche se, va ricordato, questa vocazione al risparmio di Confindustria è cosa nuova, nata assieme alla recente proposta di riforma camerale che, disconoscendo a questi enti qualsivoglia funzione di rappresentanza delle imprese - “L'attività sindacale è compito esclusivo delle associazioni” sostengono gli industriali - ritiene che un'attività di pura facciata non meriti alcuna retribuzione. E, ancora, si tratta di un'accelerazione tutta trentina, dato che i colleghi industriali di Bolzano, con il presidente Ebner, sino ad oggi si sono ben guardati dal sollevare analoghe istanze. Il problema, tuttavia, prima o poi qualcuno lo porrà, dato che già da oggi la spesa per gli organi di Trento è dimezzata rispetto a quella di Bolzano, pur ricadendo le due Camere sotto il medesimo ordinamento regionale.

Ma al presidente di Palazzo Stella poco interessano le questioni istituzionali. Voleva lanciare il suo segnale e lo ha fatto, augurandosi che “la scarsa sensibilità manifestata dal consiglio camerale sui costi delle cariche, non deprima ancor più l'immagine, già appannata, del buon governo dell'autonomia.” Critica che s'aggiunge al ricorso ancora pendente davanti al Tar contro la “penalizzante” assegnazione dei seggi a Confindustria, passati da 10 a 8, nella nuova legislatura. Vera ragione, questa, per cui gli industriali hanno deciso di non entrare nella giunta di via Calepina: “Non avrebbe avuto senso partecipare ad un organismo contro la cui composizione abbiamo un contenzioso in corso” spiega il presidente. Quanto ai gettoni di presenza che saranno comunque pagati ai consiglieri (non è possibile rifiutarli), Mazzalai annuncia che saranno devoluti ad un fondo per la costituzione, con l'aiuto della Fondazione Pezcoller, di una borsa di studio per la ricerca contro il cancro. Proposito senz'altro nobile. Tuttavia, facendo meno nobili conti, si può calcolare che gli otto consiglieri di Palazzo Stella con il nuovo gettone dimezzato a 125 euro, in un anno potranno devolvere attorno ai 5 mila euro, posto che nel 2013, quando erano dieci, avevano incassato grosso modo 10 mila euro. Un po' poco per una borsa di studio che per essere tale dovrebbe assicurare uno “stipendio” adeguato alla qualifica ed all'impegno: tra i 20 ed i 25 mila euro l'anno, si stima. Insomma, perché l'impegno di Mazzalai divenga davvero “concreto”, bisognerà che la sua giunta moltiplichi almeno per cinque il bel gesto del presidente e dei consiglieri camerali. Un po' costoso, ma non dubitiamo che lo farà.













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