giovani protagonisti

Matteo Chini, altro giovane che lascia il posto fisso per diventare contadino

Il 31enne di Taio ha deciso di aiutare il papà Marco e di crearsi una propria azienda frutticola: «In questi giorni siamo impegnati nella raccolta delle mele, possiamo dirci soddisfatti»


Carlo Bridi


TAIO.  Ancora una volta attingiamo al fertile bacino agricolo della Valle di Non per individuare un giovane del quale raccontare la nostra storia nel pieno di un raccolto delle mele che va dal buono all’ottimo. Matteo Chini, 31 anni di Taio, appena diplomato alla Fondazione Mach, ha svolto un periodo come perito specializzato nei danni da grandine per poi dedicarsi, dopo un corso, alla professione di frigorista in uno dei tanti magazzini cooperativi della Valle di Non, per otto anni. Ma in tutto questo tempo ha sempre aiutato il papà Marco nell’azienda di famiglia nei periodi di ferie e nei momenti liberi. Due anni fa la scelta definitiva di abbandonare il posto fisso e dedicarsi a tempo pieno all’azienda frutticola. Da subito ha formato una sua azienda di 3 ettari che aggiunge all’azienda di papà per un totale di 10 ettari, parte in proprietà e parte in affitto. Con il padre condivide anche il parco macchine composto di 5 trattrici (acquistati preferendo l’usato) e un atomizzatore ultimo modello per abbattere la deriva, acquistato con i soldi del premio d’insediamento assieme ad una trattrice.

La politica aziendale

«Abbiamo adottato una politica economica molto precisa – afferma Matteo –, preferiamo investire nell’acquisto di altri appezzamenti coltivati a frutteti confinanti con i nostri, piuttosto che nell’acquisto di trattori nuovi. Le varietà coltivate sono le classiche: si parte con la Gala, quindi le Stark, le Golden Delicious e per ultime le Fuji. Ora, siamo nel pieno della raccolta delle Golden Delicious. Un raccolto, quello di quest’anno, molto buono; le abbondanti piogge hanno favorito l’ottima pezzatura e queste giornate con forte sbalzo termico hanno favorito una presa della famosa fiammetta rossa da parte delle Golden Delicious. La produzione ad ettaro di un frutteto in piena produzione va dai 650 ai 700 quintali/ettaro. Siamo stati fortunati per la grandine, abbiamo avuto solo una lieve grandinata ma praticamente senza danni. Il perido di raccolta per noi dura circa 45 giorni e diamo lavoro ad una decina di persone oltre alla mano d’opera famigliare».

I progetti futuri

Matteo prevede il graduale rinnovo dei frutteti, ma anche l’acquisto di qualche frutteto confinante che venisse messo in vendita. Chini aveva anche un bel sogno nel cassetto, che purtroppo si è spezzato con una disgrazia che lo ha fatto molto soffrire, la perdita improvvisa del fratello con il quale sognava di condurre l’azienda in futuro. Alla nostra domanda se è pentito della scelta di intraprendere questa  carriera lavorativa, la risposta è netta: «Assolutamente no; anzi, sono pienamente soddisfatto della scelta che rifarei subito. Certo, vi sono gli incerti del mercato ma Melinda è ben attrezzata per superare le difficoltà. Tutte le mele vengono conferite al magazzino di Coredo, anche se da un paio d’anni, grazie ad una convenzione in atto, le portiamo al magazzino Cocea di Taio». Per quanto riguarda la convivenza con gli abitanti della zona, che non sono agricoltori, «nessun problema – afferma – anche perché cerchiamo di rispettare puntualmente le regole, ma siamo agevolati perché molti dei nostri appezzamenti confinano con il bosco. Certo, sono molto interessato anche alla produzione biologica dove la cosa è possibile.  Abbiamo un appezzamento di 19mila metri quadrati coltivato biologicamente perché è in una zona dove non ci sono problemi di deriva, che è il fattore maggiormente limitante nello sviluppo delle produzioni biologiche, in quanto confina con il bosco. Devo dire che anche le mele biologiche sono molto belle, non abbiamo avuto particolari problemi per la difesa e la produzione è ottima anche dal punto di vita quantitativo. Ora spetta a Melinda valorizzare questa produzione in un momento non facile per il biologico».

L’attività di volontariato

Matteo Chini è impegnato anche sul fronte del sociale come componente del corpo volontari vigili del fuoco di Taio. Pochi gli hobby che riesce a curare, l’estate qualche bella camminata sulle nostre montagne ma poi l’impegno in azienda è molto forte e rimane poco tempo. «Taio è un paese dove il futuro dell’agricoltura è assicurato in quanto vi sono 5-6 giovani imprenditori agricoli a tempo pieno – precisa Matteo – e fra tutti c’è una bella intesa; in diverse occasioni, durante l’anno, ci diamo una mano vicendevole». E gli ex colleghi di lavoro cosa dicono? «Qualcuno mi ha dato del matto per il fatto che lasciavo il posto fisso e sicuro per una scelta imprenditoriale altri invece hanno condiviso la mia scelta».
 













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