Lavoro, meno nuovi posti e più utilizzo dei voucher

Il sindacato Cgil: diminuiscono le nuove assunzioni del 5,6% su base annua «Aumentano i mestieri ultra-precari, con impieghi barattati al ribasso»


di Maurizio Dallago


TRENTO. «Calano i nuovi rapporti di lavoro e volano i voucher, la nuova frontiera del precariato». I dati Inps confermano come, su questo terreno, emerga anche per il Trentino Alto Adige, «un quadro poco incoraggiante del mondo del lavoro», commenta il segretario generale della Cgil/Agb di Bolzano, Alfred Ebner, gli ultimi dati dell’osservatorio sul precariato Inps, che a suo dire certificano «una volta di più la bolla rappresentata dal Jobs Act ».

I dati si riferiscono alle assunzioni dei datori di lavoro privati, che a livello nazionale, nel periodo gennaio-maggio 2016, sono risultate 2.076.000, con una riduzione di 263.000 unità rispetto al corrispondente periodo del 2015 (- 11,2%). In Trentino Alto Adige nei primi cinque mesi del 2016 i nuovi rapporti di lavoro sono calati del 5,7% rispetto allo stesso periodo del 2015. «I dati confermano quanto già si sapeva da inizio anno - osserva Ebner - ovvero che le assunzioni, rispetto all'anno precedente, erano diminuite, in quanto l’impennata dei primi mesi del 2015 era sostanzialmente dovuta all'introduzione degli sgravi contributivi per le aziende. Molte imprese, inoltre, essendo a conoscenza dell’imminente applicazione della misura, non avevano assunto nuovi lavoratori alla fine del 2014. Il fatto che la percentuale di assunzioni nei primi mesi dell’anno sia dunque negativa è dunque quasi fisiologico». Secondo i dati dell’osservatorio sul precariato Inps, questo rallentamento ha coinvolto essenzialmente i contratti a tempo indeterminato: – 280.000, pari a meno 34,0% sui primi 5 mesi del 2015. Il calo è da ricondurre al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015, anno in cui le assunzioni potevano beneficiare dell’abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni. Analoghe considerazioni possono valere anche in relazione alla contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato (-37,0%). «La creazione di posti di lavoro non è un problema ideologico o di flessibilità normativa, ma un fattore economico. Se prevale la fiducia in una crescita economica le aziende assumono, se no preferiscono attendere o ricorrere al precariato», così Ebner.

Per la Cgil, è grave inoltre la situazione dei cosiddetti voucher, che, a livello regionale, sono aumentati del 38,2% rispetto al periodo di gennaio-maggio del 2015. In tutta Italia nel periodo gennaio-maggio 2016 sono stati venduti 56,7 milioni di voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento, rispetto ai primi cinque mesi del 2015, pari al +43,0%. Nello stesso periodo del 2015, la crescita dell’utilizzo dei voucher, rispetto al 2014, era stata pari al 75,2%. Per Ebner si tratta di una situazione preoccupante in quanto si tratta di un aumento di mestieri ultra-precari. «Siamo di fronte a impieghi barattati al ribasso, che anziché essere regolarizzati, vengono pagati con uno strumento che non garantisce alcun diritto al lavoratore se non i contributi versati all'Inps per una futura pensione. Come sindacato non possiamo che essere molto preoccupati da questi dati», conclude il segretario generale della Cgil.

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