ECONOMIA

Imprese femminili: in Trentino ferme al 18,5%. Taufer: “Essenziali le risorse finanziarie”

Secondo i dati ufficiali di Unioncamere, a fine settembre 2022, le aziende femminili in Italia erano pari al 22,18% del totale, mentre negli altri paesi dell'Unione europea la percentuale media è intorno al 32%. Gasperetti: “diffondere la cultura imprenditoriale tra le donne”



TRENTO. In termini di parità di genere in campo imprenditoriale l'Italia è ancora un passo indietro rispetto agli altri Paesi europei. Le imprese femminili, anche in Trentino, sono una quota minoritaria: il 18,5% del totale delle imprese trentine e sono ancora fortemente concentrate nei settori più tradizionali (agricoltura 22,3%, commercio 19,6%, altre attività di servizi 16,3%, attività dei servizi di alloggio e ristorazione 16,1%, servizi alle imprese 14,9%). Questi i dati forniti in occasione del seminario “Imprese al femminile”, che si è tenuto presso la Camera di Commercio di Trento.

Secondo i dati ufficiali di Unioncamere, a fine settembre 2022, le aziende femminili in Italia erano pari al 22,18% del totale, mentre negli altri paesi dell'Unione europea la percentuale media è intorno al 32%.

“La difficoltà maggiore - ha sottolineato Paola Maria Taufer, presidente della Commissione provinciale per le pari opportunità – è quella di conciliare i tempi di lavoro con i tempi di cura in ambito familiare, quasi sempre a carico delle donne”.

La presenza sul territorio di servizi di supporto e strumenti di conciliazione pensati per imprenditrici e lavoratrici autonome “è fondamentale – prosegue Taufer – per favorire la scelta delle donne di fare impresa, ma è essenziale che questa disponibilità di servizi sia accompagnata da risorse finanziarie, interesse e conoscenza dei temi economici, competenze digitali e propensione all’investimento, tutti temi in cui le donne appaiono in svantaggio rispetto agli uomini”.

Claudia Gasperetti, presidente del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile, istituito presso la Camera di Commercio di Trento, ha ricordato le finalità dell’attività del Comitato che attraverso la formazione e la ricerca si propone di dare impulso alle strategie di promozione e sostegno all’imprenditoria femminile.

“Il ruolo del Comitato – ha detto – è quello di diffondere la cultura imprenditoriale tra le donne, proponendosi come soggetto attivo allo sviluppo locale con l’obiettivo primario di promuovere e sostenere la nascita e il consolidamento delle imprese femminili e di contribuire, in questo modo, all’incremento dell’occupazione, alla crescita economica e all’aumento della competitività del sistema locale”.

Da una ricerca curata dall’Università di Trento emerge come la struttura organizzativa che le imprenditrici danno all’azienda sia connotata da un modello organizzativo più piatto, che anche in letteratura è associato con più frequenza alle imprese guidate da donne, mentre quello gerarchico è più presente nelle imprese che hanno alla guida uomini. Coerentemente, le imprenditrici dichiarano di porre molta attenzione alla creazione di un clima interno favorevole alla relazione e al benessere organizzativo e alla costruzione di competenze sempre aggiornate, sottolineando sotto questo profilo il valore attribuito alla formazione.

Fra le problematiche che frenano le donne nel loro percorso imprenditoriale è stata evidenziata la difficoltà ad accedere al credito, come ha ricordato Francesca Modena dell’Ufficio Studi di Banca d’Italia. Esistono differenze strutturali fra imprese maschili e imprese femminili e questo influisce sulle relazioni con il sistema finanziario.

La Giunta provinciale, al fine di favorire una maggiore partecipazione delle donne all’interno del tessuto produttivo trentino ha approvato un finanziamento straordinario a Confidi Trentino imprese di 500.000 euro, proprio per sostiene la creazione e lo sviluppo di imprese a partecipazione femminile.













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