«I soldi di Laborfonds per finanziare le imprese»

La richiesta dei commercianti che lamentano un calo del 10% negli affari. Dellai e Bort d’accordo: impegnare sul territorio le risorse dei fondi trentini


di Robert Tosin


TRENTO. Più della metà dei commercianti trentini si sente tradita dalla propria banca. Il sondaggio di Confesercenti su un campione di oltre 600 aziende fotografa una situazione di fortissima sfiducia - reciproca, sarebbe il caso di dire - degli imprenditori nei confronti degli istituti di credito. A deludere di più sembrano essere le banche locali, verso le quali le aspettative in momenti di difficoltà sono maggiori. E invece a leggere lo studio, anche gli istituti territoriali vengono accusati di comportarsi nè più nè meno come le banche d’affari. In parte questo giudizio può nascere dal clima difficile in cui si trovano ad operare le imprese, quasi tutte molto piccole, del commercio e dei servizi, ma non c’è dubbio che anche i fatti danno riscontri preoccupanti. In un caso su tre, infatti, la banca ha chiesto almeno un parziale rientro del debito, mentre alla metà di coloro che hanno chiesto un affidamento dopo il 2010 è stato risposto picche. L’80% degli intervistati, poi, si è lamentata dell’aumento dei costi del servizio bancario, dai Pos ai giroconto. Sempre più spesso vengono chieste garanzie addirittura al di fuori dell’azienda richiedente, magari un parente. Nel 64% dei casi fidi e mutui hanno registrato tassi peggiorativi. E qui Confcommercio fa una riflessione: visto che l’Euribor è in continuo calo, è evidente che sono le banche ad aumentare lo spread. Tutte queste situazione hanno portato a maturare uno stato di sfiducia nelle banche, soprattutto quando dovrebbero servire di più e in un panorama che vede la metà delle aziende operare con un solo istituto di credito. Ieri Confcommercio ha presentato i dati al presidente della Provincia, Dellai, chiedendo una maggiore pressione sulle banche affinchè sostengano le aziende. «Una banca, secondo Mark Twain, è un istituto che vi presta un ombrello quando c’è il sole e ve lo chiede indietro quando piove. Purtroppo - è il commento del presidente di Confcommercio Gianni Bort - non c’è nessuna esagerazione nè deformazione ironica in queste parole; questi mesi di crisi - che, ricordiamolo, è stata innescata nell’ambiente finanziario internazionale - sono stati segnati dal contraddittorio rapporto tra istituti di credito e imprese. Quello che dovrebbe essere un sodalizio virtuoso, garanzia di sviluppo economico, è diventato per molti imprenditori un incubo». L’idea condivisa sia da Bort che da Dellai è quella di utilizzare i fondi d’investimento locali sul territorio, anziché diluirli - come ora è obbligo - nel debito statale, in modo da mettere in circolazione le risorse liquide che altrimenti rischiano di essere utilizzate altrove.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano