Gruppo Ccb ancora col fiato sospeso 

La Lega ha ritirato gli emendamenti che stravolgevano la riforma, ma de Bertoldi li ha fatti propri e li presenterà in aula



TRENTO. «Siamo contenti e adesso andiamo avanti. Finora sono 66 su 87 le banche che hanno aderito al gruppo di Cassa Centrale. Le altre decideranno entro domenica, tranne tre che lo faranno a breve». Giorgio Fracalossi è soddisfatto per come è andata l’assemblea della «sua» cassa rurale, quella di Trento. Solo 12 contrari e 3 astenuti su 1784 votanti. L’adesione è stata votata quasi all’unanimità con il sostegno anche di molti personaggi noti che sono intervenuti a favore, pur sottolineando la richiesta che Cassa Centrale resti radicata in Trentino e che il futuro gruppo abbia grande attenzione ai territori. Su questo Fracalossi il giorno dopo è chiaro: «Il gruppo avrà un’impostazione mutalistica, con grande attenzione ai territori. La soluzione del gruppo è la migliore proprio per questo, perché permette di coniugare l’attenzione ai territori, con un sistema del credito sempre più complicato. Con il gruppo, noi abbiamo intenzione di crescere anche come professionalità. Fracalossi, però, respinge le accuse di chi dice che con il gruppo i dipendenti saranno spinti a vendere sempre di più prodotti finanziari: «Noi opereremo sempre con la massima trasparenza e avendo ben presente chi abbiamo di fronte e la sua propensione al rischio. I nostri collaboratori non saranno mai piazzisti come è accaduto in alcuni casi tristemente noti. Aiuteranno sempre il cliente a fare la scelta giusta in base alla sua propensione al rischio e alle sue condizioni». Intanto prosegue il percorso che era già stato tracciato per la nascita del gruppo. Entro pochi giorni quasi tutte le banche decideranno in assemblea l’adesione al gruppo di Cassa Centrale. Entro il 10 gennaio, poi, si terrà l’assemblea dei soci di Cassa Centrale spa per l’elezione dei 15 membri del consiglio d’amministrazione. La capogruppo ha un patrimonio di un miliardo e 100 milioni di euro. Il sistema trentino delle casse rurali ha il 30%, conferito in parte in contanti con la partecipazione al maxi aumento di capitale da 700 milioni e in parte in «natura» con le società di sistema come Phoenix e Ibt. Il nuovo cda avrà 10 membri espressione del mondo del credito cooperativo, 4 esterni, e il presidente. Cassa Centrale potrà dire la sua, ma sarà importante rispettare delicati equilibri territoriali. Ma oltre a questo, ancora si gioca la partita in Parlamento. Il senatore Andrea de Bertoldi, contrario alla riforma, non molla la presa e attacca la Lega rea di aver cambiato idea e di aver ritirato gli emendamenti che miravano a stravolgere la riforma: «La Lega sulla riforma del Credito cooperativo fa marcia indietro, ritirando i suoi emendamenti. Al di là degli annunci la realtà è che soltanto Fratelli d'Italia, che oltre al proprio ha fatto suoi anche gli emendamenti leghisti, si è schierata in maniera convinta per salvaguardare la specificità di una banca che rimane ancora italiana. Una riforma, che giova ricordare, è da più parti giudicata incostituzionale e che se la Lega avesse tenuto fede ai propositi iniziali avremmo potuto mettere da parte. In aula presenterò nuovamente gli emendamenti per superare definitivamente una normativa che rappresenta un pericolo per le Bcc».













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