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«Fitofarmaci e biologico dati trentini positivi»

Trento. «Gli investimenti sulla sostenibilità possono tradursi in un vantaggio competitivo, ma occorre combinare tre aspetti: la sostenibilità ambientale, economica e sociale. Le filiere agricole si...



Trento. «Gli investimenti sulla sostenibilità possono tradursi in un vantaggio competitivo, ma occorre combinare tre aspetti: la sostenibilità ambientale, economica e sociale. Le filiere agricole si fanno carico da decenni di progetti che puntano a ridurre i consumi di acqua e a dimezzare l’utilizzo degli agro farmaci». Lo ha detto Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative intervenendo a Trento a “Relazioni sostenibili tra ambiente e mercato” per la presentazione del bilancio di sostenibilità di Apot, l’Associazione Produttori Ortofrutticoli Trentini.

I dati evidenziati da Apot nel bilancio di sostenibilità «sono un grande risultato della filiera agroalimentare cooperativa in questo caso in Trentino – aggiunge Gardini – dal momento che su 900 campioni di mele raccolti con l’obiettivo di verificare se vi fossero residui di fitofarmaci è emerso che il 99,83% erano in regola. Risultato positivo anche per i frutteti che passano da 600 ettari di biologico del 2016 ai 1000 del 2020».

«I produttori agricoli sono danneggiati dal dumping di paesi che concorrono con regole diverse, qualità inferiore, meno controlli e prezzi più bassi. Questi prodotti si impongono grazie alla ridotta capacità di spesa delle famiglie. Per almeno 1,5 milioni di loro la crisi del portafoglio è drammatica a partire già dalla terza settimana. Gli investimenti sulla sostenibilità, però, devono essere affrontati da tutti i soggetti della filiera, altrimenti – conclude Gardini – si traducono in un peso gravoso solo in capo ai produttori».













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