Calliari jr, quando il lavoro nei campi è scritto nel dna 

Francesco (figlio di Gabriele, storico presidente di Coldiretti) ha tratto ispirazione dai nonni, anche loro agricoltori. La sfida del vino con uve coltivate a 1100 metri


di Carlo Bridi


MALOSCO . Sorriso accattivante, grande empatia, chiarezza di idee sul suo futuro. È questo il vero prototipo del giovane imprenditore agricolo degli anni 2000. Ed è questo anche il profilo del giovane imprenditore di questa settimana, Francesco Calliari, figlio d’arte in quanto il papà Gabriele è figura storica di Coldiretti Trento dov’è presidente da oltre 4 lustri. Ma anche Francesco sta percorrendo la strada del padre- almeno a livello locale- è fortemente impegnato nel sociale come amministratore pubblico, ma anche degli organismi economico- agricoli della zona.

Alla domanda da quando è impegnato in azienda radicale la risposta lascia intendere tutto del nostro “protagonista” odierno: “Da quando sono nato”.

In effetti è nato in una famiglia di allevatori dove il nonno Candido e la nonna Manuela partendo dal nulla coraggiosamente decisero di costruire una stalla nuova a 1100 metri s.l.m. a Malosco in un periodo storico in cui (erano gli inizi degli anni Settanta del secolo scorso) la chiusura delle stalle era all’ordine del giorno perché non si intravvedeva nessuna possibilità di sviluppo per il settore. “Per me - afferma Francesco - i miei nonni sono sempre stati il mio punto di riferimento, ho sempre visto ed ammirato il loro impegno, la loro lungimiranza, ma anche l’integrazione vicendevole fra il nonno e la nonna”.

Fra i progetti futuri Calliari indica al primo posto il benessere animale, con il progetto richiesto per l’ottenimento del premio d’insediamento, che intende chiedere. Fondamentale i oltre il miglioramento della stalla oltre che dell’azienda. Ma nell’azienda Calliari - nella quale figura ancora come collaboratore assieme al fratello Nicolò - le attività sono molte altre: si va dalla frutticoltura, alla coltivazione dei piccoli frutti: mirtillo, lampone, fragole, ciliegie, a quella di albicocche. Tutte produzioni particolarmente esposte al rischio gelate visto che sono coltivate sui 1100 metri. La produzione di ciliegie nel 2017 come nel 2016 è venuta completamente a mancare per le gelate “ed è un peccato - afferma Francesco - perché la richiesta di questo frutto che matura a fine luglio è molto forte ed anche il prezzo molto remunerativo. Una parte della produzione viene venduta a km zero nello spaccio aziendale ed il resto prende la strada di Roma dove viene molto valorizzata anche perché la selezione deve essere molto curata”.

Anche tutti i piccoli frutti e i più svariati tipi di ortaggi vengono tutti venduti nello spaccio aziendale a km zero. “Buona la collaborazione con gli albergatori locali che mandano i loro clienti da noi prima del loro ritorno a casa e per noi è una fascia di clienti molto interessanti per tutti i nostri prodotti sia freschi che lavorati perché l’azienda dispone di un laboratorio dove trasforma tutta quella parte di prodotti che non viene venduta come fresca”.

Ma Francesco ha anche molti sogni nel cassetto, il primo è quello di fare a 1100 metri la coltivazione dell’uva Solaris per trasformarla in vino da vendere nel proprio spaccio, assieme a frutta, piccoli frutti e ortaggi.

Molti gli impegni nel sociale: vice sindaco e assessore al turismo e agricoltura del suo paese, con un forte rilancio di questi settori che sono quelli ai quali il paese è più vocato e nei confronti dei quali in passato aveva risentito di una visione miope del futuro. Il giovane Calliari è anche componente del consiglio di amministrazione del Caseificio sociale di Fondo, unica cooperativa alla quale aderiamo, afferma Francesco. Infine è membro del cda del C.M.F. del paese.

Francesco Calliari avrebbe anche una grande passione per i cavalli scoperta in un soggiorno di un paio di mesi in Argentina, ma - afferma sconsolato, “il tempo a disposizione è troppo poco ma c sono innamorato del mio lavoro che considero un hobby”.

Assieme al fratello sono gli unici giovani imprenditori agricoli di Malosco, “ma i rapporti sono buoni con tutti i paesani” - conclude.

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