«Annata nera, ma siamo fondamentali» 

Il presidente della Coldiretti Calliari traccia un bilancio del 2017, ma guarda anche avanti e punta su etichette e sicurezza


di Carlo Bridi


TRENTO. Per tracciare un bilancio su quest’annata difficile per l’agricoltura trentina, abbiamo sentito lo storico presidente della Coldiretti Gabriele Calliari. Il quadro che emerge è a tinte in chiaro scuro, che delinea però una notevole crescita professionale del mondo agricolo in generale. Calliari esprime le sue valutazioni da un’ottica oltre che locale anche nazionale, essendo membro della Giunta della Coldiretti dove ha ricevute alcune deleghe importanti da gestire. Dopo tanti anni la sua esperienza è cresciuta, ma il suo entusiasmo è ancora molto e non pensa affatto a lasciare l’organizzazione professionale per la politica in quanto ritiene che sia più utile per il suo mondo continuare nel suo attuale impegno per contribuire a costruire qualcosa di utile fuori della bagarre della politica.

Calliari, come valuta la situazione complessiva?

Ho quasi 60 anni ma non ho mai visto un’annata simile, è un anno da dimenticare, prima il gelo, poi la siccità e le grandinate con ciò che questo ha comportato. L’unico dato positivo è quello che questi eventi sono serviti per far capire quanto sia importante l’agricoltura non solo per gli addetti ma anche per l’indotto che essa crea.

Come valuta “l’ombrello” a difesa dei redditi creato con le assicurazioni?

Per fortuna, in quest’occasione è emersa la maturazione del mondo agricolo sull’importanza che il rischio d’impresa sia assicurato. E’ un discorso che viene da lontano e che ha visto Coldiretti impegnata sempre in prima linea ad ogni livello: europeo, nazionale e locale.

Può tracciare un bilancio dell’annata per i vari comparti, cominciamo con le mele?

Vista l’annata, la produzione è poca, c’è il problema di mantenere la presenza sui mercati in quanto c’è il rischio di perdere quote di mercato che poi sono molto difficili da recuperare, anche per questo abbiamo salutato con piacere la stretta collaborazione fra le Op del settore registrata negli ultimi mesi.

E il settore vitivinicolo?

Questo settore, sta superando nel complesso bene l’anno 2017, la qualità dei bianchi è ottima, ma anche i rossi promettono bene, la produzione è calata- non solo da noi- ma in tutta Europa per cui speriamo bene nei prezzi.

Per il settore zootecnico com’è andata?

Il mercato è buono e sta emergendo chiaramente l’importanza dell’obbligo dell’etichettatura che permette così di scegliere chiaramente da parte del consumatore il prodotto che intende acquistare. Certo, è fondamentale mantenere alta la qualità delle nostre produzioni. Purtroppo la stagione ha influito anche sulla produzione di foraggio, che manca in una forte percentuale, problemi anche per la monticazione, nel primo periodo le vacche non trovavano erba da brucare. Anche per una maggiore tutela del settore il Codipra sta testando una polizza che a regime sarà proposta a tutti gli allevatori.

Ultimo accenno ai piccoli frutti e alle ciliegie com’è andata la campagna?

Purtroppo le ciliegie hanno subito forti danni da gelo, mentre i piccoli frutti hanno affrontato un anno difficile per gli attacchi di Drosophila suzukii la cui difesa impone una copertura completa con reti con costi e tempi di lavoro notevoli. Certo, questi sono i prodotti più richiesti dal mercato a livello mondiale per questo ci sono ancora spazi di crescita.

Qual è la posizione di Coldiretti sul fronte della sicurezza alimentare?

Con l’etichettatura e l’Osservatorio voluto da Coldiretti, e presieduto dall’ex giudice Caselli, riusciamo a monitorare i prodotti provenienti dall’estero sui quali riscontriamo grossi problemi: passata di pomodoro cinese con dentro di tutto, grano proveniente dal Canada con residui di glifosato che è stato usato per l’essicazione per fare due esempi.

E le vendite a km 0 ?

Attraverso i mercati di Campagna amica il bilancio è più che positivo. Sono strumenti che servono per costruire un rapporto di fiducia e della reciproca conoscenza fra produttori e e consumatori.

Qual è il vostro rapporto fra l’agricoltura e l’ambiente?

Riscontriamo con piacere che il mondo agricolo negli ultimi decenni dai primi passi dell’ESAT, in poi ha fatto passi enormi. Il mondo contadino è cosciente di dover rendere conto alla società civile del suo comportamento. Sappiamo che il nostro ruolo non è solo quello di produrre ma anche di tutelare l’ambiente. In quest’ottica hanno una grande importanza anche le foreste che raggiungono ormai 12 milioni di ettari e che vanno coltivate.

Salubrità e sostenibilità sono 2 nuovi obiettivi da raggiungere. Qual è la posizione di Coldiretti?

La salubrità è un obiettivo al quale da anni siamo lavorando perché è fondamentale, sulla sostenibilità dobbiamo coniugare bene sostenibilità ambientale, sociale ed economica, senza la quale perderemo il presidio del territorio.

Come vede il ruolo della cooperazione agricola?

La cooperazione è assolutamente indispensabile per il mondo agricolo, certo, c’è bisogno di fare maggiormente sistema fra i vari comparti e all’interno dello stesso settore, inoltre c’è bisogno di una maggiore responsabilizzazione degli amministratori.

Ultima domanda, la Coldiretti intende proseguire nel suo splendido isolamento?

Siamo soli ma abbiamo un progetto e una visione molto lunga e chiara, di conseguenza non siamo disponibili a mediazioni al ribasso o a riproporre schemi che non siano nell’interesse del settore e del paese. Per questo anche i nostri rapporti con la politica sono a 360 gradi, dialoghiamo con tutti maggioranza e minoranza.













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