Allevatori in festa, ma il reddito cala

Anche oggi mostre bovine, acquisti a chilometri zero e giochi per bambini. Rauzi: «Per noi è sempre più dura»



TRENTO. Mostre bovine, laboratori, degustazioni, ma anche vendita promozionale allo spaccio con il 10% di sconto è l’offerta degli allevatori trentini alla città, in questo fine settimana, su iniziativa della Federazione provinciale nella sede di via delle Bettine. Nonostante la giornata poco invitante ieri tutte l’offerta è stata presa d’assalto. Un riconoscimento agli allevatori per il presidio del territorio e per l’alta qualità dei prodotti offerti a km zero all’interno dello spaccio. Oltre 600 gli scontrini staccati nella sola giornata di ieri con un nuovo record, ci dice Mario Tonina responsabile area commerciale della Federazione.

Ma c’erano anche altre novità come i laboratori organizzati dagli studenti di San Michele che ai bambini estasiati spiegavano come si fa un formaggio tradizionale o una lucanica trentina. Dal canto loro i giovani allevatori aderenti a Junior Club Trento oggi organizzeranno una mostra delle manze delle razze Bruna e Frisona, mentre quelli dell’Haflinger club oggi alle 16 hanno organizzato una gimkana equestre con prove di abilità e precisione. Ma le famiglie possono anche approfittare per fare un giro in carrozza e potranno assistere a spettacoli equestri con dimostrazione di abilità di cavallo e cavaliere. La festa si concluderà oggi alle 17 con il concerto del coro Piccole Colonne di Trento.

Ma qual è lo stato d’animo degli allevatori? «Di forte preoccupazione» dicono il presidente della federazione allevatori Silvano Rauzi e quello della Latte Trento Carlo Graziadei. «Il nostro principale problema oggi - dice Rauzi - è quello del reddito: siamo in presenza di un trend negativo per quanto riguarda i prezzi dei formaggi, particolarmente del Trentingrana, con un meno 4-5% mentre assistiamo ad un aumento dei costi di produzione che per i mangimi vanno dal più 30 al più 40%, per non parlare di quelli dei foraggi e del gasolio. Però i nostri allevatori sono consci del difficile momento attuale e stringono i denti, in attesa di tempi migliori e vanno avanti con fiducia. Prova ne sia il fatto che alle ultime aste il prezzo delle manze si è mantenuto allo stesso livello dello scorso anno: 1500 euro per una manza, e 2000 se è gravida. Anche il numero dei capi è rimasto uguale nonostante la chiusura delle stalle più piccole in mano agli anziani, i giovani sia essi parenti o amici a differenza del passato si mettono assieme per contenere i costi di produzione e reggere sul mercato.»

Graziadei pur nel contesto generale pesante esprime «soddisfazione per i risultati raggiunti dalla Latte Trento che è riuscita a realizzare dei prezzi inferiori di solo l’1% rispetto allo scorso anno nonostante taluni problemi all’interno del Concast che dovranno essere chiariti a breve». (c.b.)

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