Il convegno

Agricoltura trentina, il “crollo” dei fitofarmaci: -42%

Presentati i numeri in un interessante convegno organizzato da Apot al teatro Sociale di Trento



TRENTO. Esattamente sei anni fa il cambiamento di rotta in un clima di forte scetticismo sul modello di frutticoltura praticata in Trentino, spesso messo sotto accusa per scarsa trasparenza e poca voglia di fornire alla pubblica opinione i risultati che pur c’erano, per produrre mele sempre più salubri nel rispetto dell’ambiente. Si è iniziato anche grazie ad un consulente esterno ad impostare un’operazione trasparenza.

Ebbene l’operazione che ha preso il nome di “Progetto Trentino Frutticolo Trasparente” condotta con criteri scientifici si è dimostrata pagante sia di fronte ai consumatori che dell’opinione pubblica. Ma questo si badi bene, non sulla base di slogan ma di numeri molto convincenti. I risultati che i vertici di Apot hanno potuto presentare nell’interessante convegno svoltosi al teatro Sociale, (il luogo della cultura per eccellenza), sono dei risultati eccellenti in quanto vanno dimostrano come la riduzione dell’impiego dei fitofarmaci sia possibile, in un solo anno l’uso è passato da quasi 52 kg/ettaro dell’anno 2020, a poco più di 30 del 2021 con una riduzione del 42%.

I dati sono stati evidenziati con soddisfazione dal direttore di Apot, Alessandro Dalpiaz. Ma non solo, grazie al costante supporto della Fondazione Mach si è andati alla costante ricerca di nuove molecole più virtuose sia sotto il profilo tossicologico che per l’impatto sull’ambiente. Inoltre si sono voluti condividere questi risultati e molti altri che vanno sempre in questa direzione, con l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e quel che più conta per l’immagine delle mele trentine con la pubblica opinione rendendo pubblici non solo i dati sopra illustrati ma anche quelli relativi ai controlli sempre più stringenti che vengono fatti al fine di verificare il puntuale rispetto delle regole sempre più ferree che i produttori delle Op Melinda e la Trentina si sono dati al fine di raggiungere questi risultati.

L’attività di controllo in campo, certosina e dettagliata, come è stato precisato, grazie alla collaborazione degli associati e ad un corretto utilizzo dei quaderni di campagna ha evidenziato come su 877 controlli documentali il 95,2% sono risultati conformi, mentre i controlli estivi su frutticini e foglie, hanno registrato una conformità del 99,6%. Evidenziato anche l’incoraggiamento a sviluppare sempre più la melicoltura biologica senza però demonizzare quei produttori che hanno fatta la scelta dell’integrata.

«Il nostro impegno», ha affermato fra l’altro il presidente di Apot Ennio Magnani, «è quello di avvicinare sempre più i consumatori ai produttori, tenendo conto anche delle controverse esigenze delle api e del frutteto. I numeri  ci dicono che stiamo rispettando gli impegni ma dobbiamo proseguire perché la strategia europea del Farm to Fork ci impongono tempi molto esigenti».

«Ma», ha concluso il presidente, «dobbiamo fare i conti con i costi delle materie prime che stanno aumentando in modo vertiginoso, visto che la sostenibilità ambientale si poggia sulla sostenibilità economica delle nostre aziende».

Parole di grande condivisione e sostegno al progetto sono venute dal vice presidente della Provincia Mario Tonina, che ha assicurato l’attenzione dell’intera Giunta Provinciale sulla tematica: apicoltura, agricoltura, ambiente. «Sono temi delicati e sensibili che stanno a cuore a tutti noi, ai giovani in particolare. In quest’ottica vanno lette anche le recenti modifiche della Costituzione che hanno solennemente incluso la tutela dell’ambiente fra i principi costituzionali. Anche gli obiettivi della Provincia vanno verso una maggiore tutela dell’ambiente e del paesaggio, ed i recenti accordi che hanno visto coinvolti Provincia, Fondazione Mach e Cooperazione agricola vanno tutti nella stessa direzione».

Le conclusioni del convegno all’assessore all’agricoltura Giulia Zanotelli, che ha anzitutto ricordato il percorso di Apot in questi anni, dimostrando di non sottrarsi alle sfide che comporta un’agricoltura più green grazie al supporto costante della Fondazione Mach e della Provincia, (citati i recenti protocolli firmati fra tutti i soggetti interessati). Ma il confronto rimane aperto anche su temi delicati come quello del rapporto fra frutticoltori e apicoltori avendo come centrale il tema dei cambiamenti climatici. Ha quindi citato la grande importanze delle varietà resistenti e della nuova legge sull’agricoltura biologica pilastro fondamentale nel nuovo approccio ad un’agricoltura più green. C.B.













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