«Valdastico senza pedaggio con sbocco a Trento Nord» 

Viabilità in Valsugana. Durante un incontro a Borgo il Patt ribadisce la propria posizione: «Solo in questo modo si potranno fermare i camion a Grigno e alleggerire il traffico nella valle»


Luigi Carretta


Borgo. La campagna elettorale in corso è anche occasione per mostrare e chiarire cosa è stato fatto nel corso degli anni da parte dei vari amministratori che si sono succeduti alla guida della Provincia: Il Patt, con l’ex assessore Michele Dallapiccola, l’ex presidente Ugo Rossi e la consigliera Paola Demagri, l’altra sera a Borgo ha ripercorso le tappe che hanno portato all’attuale dibattito sullo sbocco della Valdastico, con quelle che Ugo Rossi ha definito «informazioni utili e non conosciute». L’ex presidente ha puntualizzato più volte come abbia inteso riassumere l’iter sulla base della documentazione e degli accordi a suo tempo sottoscritti e ora depositati in Provincia. Niente spazio a tematiche ambientaliste, quindi, o obiezioni relative al numero di veicoli vero o presunto che la strada contribuirebbe a togliere al traffico della Valsugana.

La strada si farà

L’assunto era che la strada si fa, per la prima volta la Provincia «ha detto sì alla Valdastico» dopo anni di rinvii, sulla base però di quanto afferma lo statuto d’autonomia, ossia che per fare una strada che da una regione confinante arrivi in Provincia di Trento serve comunque una intesa con il Trentino. Intesa che però «Veneto Stato e Società della A4 Serenissima non hanno mai richiesto, ragione per cui il Trentino ha potuto sempre dire di no con relativa facilità a tale tratta, avendo anche il supporto della Corte Costituzionale che in tal senso ha dato ragione alla Provincia». Solo dal 2015 con il governo a guida Renzi e Pd si è dato l’avvio al comitato al Cipe per ottenere tale parere. «Un tavolo a cui la Provincia si è seduta chiarendo che la tratta andava pagata per intero da chi la voleva, ossia i veneti, doveva essere utile per risolvere il traffico della Valsugana e verificare se finalmente lo Stato italiano avrebbe finanziato l’elettrificazione della ferrovia della Valsugana, altra annosa questione che permetterebbe di ridurre l’inquinamento- è stato spiegato -. Ad inizio 2016 c’era un accordo per una strada che arrivasse a Trento sud e non a pedaggio. E con un elemento in più: la prevista costruzione di una bretella che usando il sovrappasso al bivio del Maines a Levico avrebbe permesso di alleggerire il traffico nella zona dei laghi e poi della Valsugana, convogliando immediatamente i turisti nella nuova strada».

Luglio del 2018

«Lo studio di fattibilità è pronto e depositato a Roma, Trento e Venezia - è stato spiegato -. Da lì in poi si può partire con la consultazione pubblica prevista per legge. I veneti intendono sempre pagare il tunnel che però non sarà più autostrada a pedaggio, ma una strada a 4 corsie». Infatti, ha ricordato Rossi, «per legge non posso togliere all’utenza un percorso non a pedaggio e sostituirlo con un altro dove paghi. Se la nuova strada non sarà a pagamento si potranno fermare i camion a Grigno, alleggerendo la Valsugana».

La questione Valdastico ha comunque coinvolto nel tempo anche altre questioni, innanzitutto il corridoio del Brennero e l’Interporto di Gardolo, inizialmente scomparso dalla programmazione di ambito europeo che prevedeva solo quelli di Isola della Scala e Kufstein: un danno economico rilevante per il sistema Trentino, e l’ex presidente ha voluto sottolineare come il lavoro suo e della sua amministrazione sia «riuscito a reinserire l’infrastruttura nel piano generale». Poi l’inutilità, a detta del Patt, supportato in ciò anche dalle posizioni espresse da Confindustria del Veneto e di Vicenza, di uno sbocco della Valdastico a Rovereto invece che a Trento nord vicino all’Interporto, come sarebbe più logico. La tratta si allungherebbe infatti di quasi 25 km per i camion che a questo punto proseguirebbero sino a Kufstein se diretti a nord, ci sarebbe più traffico sulla A22 nel tratto cruciale tra Rovereto e Trento, e introducendo il pedaggio inizialmente escluso impedirebbe di fermare i mezzi pesanti a Grigno.

Insomma, la posizione del Patt è chiara e non muta: «Sì alla Valdastico», ma si ribadisce la diversa posizione, motivandola con incontri come quello di Borgo. Nell’attesa di vedere cosa deciderà infine la giunta Fugatti.













Scuola & Ricerca

In primo piano