LO SCANDALO

Parroco allontanato: decisione legata alla sfera sessuale, non ai minori

Nella nota dell'Arcidiocesi si parla di "comportamenti moralmente inaccettabili e incompatibili con l'esercizio del ministero sacerdotale e pastorale". Destinatario del provvedimento don Daniele Morandini, 48 anni, originario della Val di Fiemme, parroco di Borgo, Castelnuovo e Olle



BORGO VALSUGANA. L'allontanamento del prete dalle tre parrocchie che guidava a Borgo, Castelnuovo e Olle ha a che fare con la sfera sessuale, ma non con questioni che riguardino minori. Nulla a che vedere dunque con la pedofilia. Né con la sfera amministrativa. Non sono presenti del resto denunce a carattere penale nei confronti del prete.

La precisazione emerge da ambienti vicini alla Curia, dopo che stamani l'arcidiocesi di Trento ha diffuso un comunicato, in cui spiega che l'allontanamento è stato deciso per «comportamenti moralmente inaccettabili e incompatibili con l'esercizio del ministero sacerdotale e pastorale».

Don Daniele Morandini, 48 anni ancora da compiere, originario della Val di Fiemme, in Trentino, è sacerdote dal 1995 e prima che in queste tre parrocchie è stato cappellano a San Giuseppe a Trento, poi in quella di Aldeno. L'allontanamento dalle funzioni di parroco è al momento l'unico provvedimento preso dall'arcivescovo di Trento, che non ha evidentemente ancora preso ulteriori decisioni sul futuro del prete, al quale per ora la richiesta rivolta è sostanzialmente quella di non celebrare pubblicamente e di non tenere omelie.

La decisione, comunicata ieri sera dal vicario generale ai rappresentanti dei consigli pastorali, sembra averli lasciati più che sorpresi, creando un evidente scalpore nelle comunità.

Un altro sacerdote, per questioni del tutto differenti, era stato allontanato nell'autunno 2015 da una parrocchia di Trento, quella di San Pio X, dove aveva funzioni di collaboratore pastorale. Si trattava allora di don Gino Flaim, a cui il precedente arcivescovo di Trento, monsignor Luigi Bressan, aveva revocato «l'incarico di collaboratore pastorale e la facoltà di predicazione», dopo che il prete in un'intervista tv aveva parlato di pedofilia, dicendo «io la capisco» e aveva usato parole con cui sembrava giustificarla col bisogno d'affetto dei bambini, oltre a definire l'omosessualità una malattia. 













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