giovani protagonisti

Michelle, allevatrice di cavalli da quando aveva 15 anni

Oggi assieme al compagno Loris gestisce un’azienda agricola, ma ha ancora un grande sogno: viaggiare fino alle montagne rocciose americane in sella a un cavallo


Carlo Bridi


PRIMIERO. Ancora una volta grazie a Paolo Dallavalle responsabile dei corsi delle 600 ore della FEM, siamo in grado di proporvi una storia molto interessante. Quella di Michelle Cecco, una giovane di 25 anni che per passione ha scelto di fare l’allevatrice prima di cavalli delle razze Quarter e Appaloosa e poi anche di vacche da latte della razza Pezzata Rossa italiana.

Il tutto partendo dal nulla: assieme al suo compagno Loris ha preso in affitto una vecchia stalla alla Pieve di Fiera, dove ha collocato le sue 20 vacche compresi i capi da rimonta e i 7 cavalli. Con l’allevamento dei cavalli ha cominciato all’età di 15 anni perché questa era la sua primissima grande passione, poi le vacche sono arrivate 7 anni fa. Ma prima di partire con la sua avventura ha fatto la scuola professionale agraria a Thiene (perché era più vicina di San Michele), precisa Michelle.

Ma il corso triennale non era sufficiente per ottenere il brevetto professionale, per cui ha frequentato il corso delle 600 ore, un corso precisa, interessantissimo anche perché mi ha aperto una visuale molto più ampia di quella del Primiero e Vanoi, zona dalla quale proviene. Ora è in attesa di ricevere il premio d’insediamento che si è fatta anticipare da Cooperfidi. «Per me - spiega Michelle Cecco - è stato molto importante avere questa anticipazione che mi ha permesso di strutturare meglio l’azienda. Fino a pochi anni fa, prima di comperare le vacche, oltre all’allevamento facevamo anche l’addestramento dei cavalli, ma ora non c’è più tempo».

E come vanno le cose quest’anno? «Dobbiamo dire che pur benedicendo la pioggia, quest’anno è stata troppa durante la fienagione causandoci diversi problemi. Il primo è quello che abbiamo dovuto ritardare la fienagione di una ventina di giorni perdendo molto in qualità del nostro primo taglio, ma non solo, in un giorno di sole avevamo tagliato due ettari di prato e quando il fieno era quasi secco e pronto da portare nel fienile, sono venute due giornate di pioggia e lo abbiamo perso tutto. Questa mancanza del fieno di due ettari su 11 peserà il prossimo inverno che ci porterà a comperare fieno sul mercato e anche erba medica».

Michelle ha anche un bambino di 4 anni. E poi ha ancora un grande sogno: riprendere a viaggiare il mondo a cavallo come in parte aveva già fatto. Un tour sulle Montagne Rocciose del Far West americano sarebbe il suo sogno. «Ma intanto siamo preoccupati per la presenza dei lupi che vediamo girare anche vicino alla stalla. Fino ad ora non abbiamo avuto problemi ma siamo molto preoccupati che ciò possa accadere».

«Un altro limite è quello che i nostri prati devono essere tutti falciati con la falciatrice essendo molto scoscesi, e anche il raccolto del fieno avviene tutto a mano come una volta con forca e rastrello. In questo modo non facciamo solo un servizio di provvista di foraggio, ma anche un ruolo molto importante per l’ambiente mantenendo verde la nostra valle con grande benefico anche dei turisti».

Durante l’estate, tempo di fienagione, tutti i capi sono in malga, le vacche su una malga di 11 ettari e i cavalli in un’altra struttura. «Certo - ricorda Michelle - i nostri cavalli crescendo all’aperto sono moto più rustici di quelli allevati nei box ma grazie alla selezione che abbiamo fatto vediamo che siano anche cavalli da lavoro. Con Loris, abbiamo costituito una società semplice agricola della quale siamo contitolari mentre fra i nostri progetti futuri vedo quello di ampliare l’azienda e di costruire una stalla nuova con le caratteristiche oggi previste».

La stalla in affitto è di quelle vecchie: le vacche devono essere legate alla catena e la mangiatoia è rivolta verso il muro, ma non solo: anche l’asportazione del letame come l’alimentazione devono essere fatte tutte manualmente con grande dispendio di energie e di tempo e quindi con costi di produzione che non sono comparabili con le aziende di pianura.

Alla domanda se è pentita della scelta, netta la risposta: «Assolutamente no, la rifarei ancora pur in presenza di tanti problemi, ma la passione fa superare con slancio le molte difficoltà quotidiane dovute anche al fatto che né dai residenti né dai turisti abbiamo tanto rispetto per il nostro lavoro. Sono solo capaci di lamentarsi se le mucche sporcano in strada quando la devono attraversare. Credo sia necessaria una maggiore educazione di tutti. Noi ce la mettiamo tutta anche nel rispetto dell’ambiente che tanto amiamo». Visto che l’alimentazione viene fatta solo a foraggio essiccato e mangimi Ogm free, niente silomais, chiediamo se è passata al biologico: «Per ora - precisa la giovane allevatrice- abbiamo altre priorità».

Il latte viene conferito al Caseificio sociale di Primiero, che lo valorizza bene e giustamente lo paga in base alla qualità conferita. L’ultimo bilancio è abbastanza buono con una liquidazione di 0.60 – 0,61 euro a kg. E gli hobby? Il cavallo, sempre quando c’è un piccolo spazio, è riservato a una galoppata. E gli amici cosa dicono della sua scelta? «Quelli veri sono pochi ma anche loro sono fra quelli che hanno fatto delle pazzie come noi dedicandosi all’allevamento».













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