torcegno 

Gemellaggio in nome degli sfollati 

Le vicende della Grande Guerra hanno unito cinque comunità



TORCEGNO. Un patto d'amicizia che trova radici nel passato e guarda al futuro. Un gemellaggio che coinvolge cinque Comuni tra Trentino, Piemonte e Veneto. A Trecate, cittadina di oltre 20mila abitanti in provincia di Novara, in una giornata densa di ricordi ed emozioni, è stato sottoscritto un patto che lega la comunità lombarda a quelle di Torcegno, Brentonico, Ala e Colle Santa Lucia, piccolo borgo del Bellunese. Ad unirli, un filo rosso lungo cent'anni, legato al dramma della Prima Guerra Mondiale, una storia comune portata alla luce dalla trecatese Margherita Lodroni Galassi, che qualche anno fa riesumò dagli archivi comunali e parrocchiali i faldoni datati 1915.

Dentro quei libri la storia di 150 persone, profughi provenienti soprattutto da Brentonico, Ala, Torcegno e Colle Santa Lucia e accolti in Ovest Ticino un secolo fa. Sfollati dalla linea del fronte, furono accolti in Piemonte dall’allora sindaco di Trecate Alessandro Mittino, con il Comitato di assistenza che si occupò di loro fino al ritorno a casa, nel 1919. Durante quegli anni i Padri Giuseppini li ospitarono nelle stanze dell’Oratorio maschile. Al termine della guerra erano meno di una ventina gli abitanti di Torcegno censiti a Trecate: tra loro anziani, donne e bambini. Il paese fu, infatti, sfollato e le persone mandate in varie parti d'Italia e Austria. Ma Trecate per Torcegno ha un significato particolare: non solo perché è stato il primo a voler scavare nel passato riportando alla luce quegli anni, in cui l'ospitalità e la solidarietà della gente trecatese resero meno dura la sofferenza del conflitto e la mancanza di casa. Ma anche perché tra i profughi c'era Almiro Faccenda, quel bimbo che nella notte del 19 novembre 1915 distribuì ai fedeli l'eucaristia, per salvare le ostie dalla profanazione. Aveva appena 7 anni il “Tarcisio delle Alpi”, come fu successivamente chiamato. Un fatto eucaristico che segnò il paese, che fu ripreso sui media e in teatro, di cui si interessò anche il pontefice. Proprio a Trecate Almiro conobbe gli oblati di San Giuseppe, qui avviò il suo percorso di fede che lo portò a diventare sacerdote. Don Almiro è stato ricordato nel corso della celebrazione, cominciata la mattina con l'alzabandiera e l'accoglienza delle delegazioni dei vari paesi nella piazza di Trecate. Quindi la sottoscrizione del patto d'amicizia da parte del sindaco Ornella Campestrini e dei colleghi Federico Binatti, primo cittadino di Trecate, Christian Perenzoni (Brentonico), Antonella Tomasi (Ala) e Paolo Frena (Colle S. Lucia), che si sono impegnati ad avviare progetti di scambio e cooperazione. La sfilata guidata dalla banda fino al monumento ai Caduti di piazza Cattaneo, dove è stata deposta una corona d’alloro, ha preceduto la visita a Villa Cicogna e il pranzo. Nel pomeriggio, la visita all’oratorio dove è stata scoperta una targa in ricordo di profughi, internati e confinati provenienti dai 4 Comuni. Una giornata conclusa coi canti del coro di bambini don Gambino. (m.c.)













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