«Biblioteche perdenti in ordine sparso» 

Il bibliotecario di Castello Tesino Paolo Sordo: La nuova convenzione tra i Comuni porterà al coordinamento dei soli eventi


di Fabio Franceschini


CASTELLO TESINO. Come da tradizione gli ultimi giorni dell’anno rappresentano l’occasione per fermarsi a riflettere sulla strada sin qui intrapresa e su ciò che il futuro ha in serbo per noi. È, quindi, tempo di bilanci anche per Paolo Sordo, bibliotecario di Castello Tesino e uomo di cultura conosciuto e stimato tanto in paese quanto in valle.

«In un momento nel quale i Comuni sono tenuti, per normativa provinciale, ad unire diversi servizi, – spiega Paolo Sordo – la decisione di revocare le convenzioni istitutive del Sistema bibliotecario Lagorai, che domenica scorsa 31 dicembre ha chiuso definitivamente i battenti, mi appare una scelta in controtendenza rispetto alla direzione indicata dalla Provincia stessa. Credo che la contestuale approvazione di una nuova convenzione, allo scopo di tenere in piedi una sorta di collaborazione tra Comuni, si concretizzerà solo nel coordinamento degli eventi culturali e nulla più».

L’interruzione del servizio, decisa di comune accordo dai sindaci dei paesi che nel lontano 2003 diedero vita al Sistema bibliotecario (Castello, Pieve e Cinte Tesino, Bieno, Samone e Castel Ivano) è da ricercare nelle spese fisse relative al personale dipendente, in particolare “P.O.” dei bibliotecari e costo degli ausiliari, che negli ultimi quarantotto mesi ha inciso per circa il 47% delle spese totali.

«Se nei primi anni di gestione le spese fisse non hanno rappresentato un grosso problema grazie ai cospicui contributi dei singoli Comuni – puntualizza Paolo Sordo – ora le cose sono cambiate e l’importo messo a disposizione dalle amministrazioni è andato, con il passare del tempo, sempre più scemando». Si è, infatti, passati dai 25 mila euro di personale e 68 mila euro di manifestazioni previsti per il 2012, di cui 13 mila euro sotto forma di contributo provinciale, ai 31 mila euro di personale e 35 mila euro di manifestazioni stanziati per il 2017.

«Un Sistema bibliotecario che non si occupava solo di attività culturali e di intrattenimento, ma anche della gestione diretta delle biblioteche – spiega Sordo -. Grazie all’aiuto del collega Paolo Borgatta, bibliotecario di Strigno ora in pensione, siamo, infatti, riusciti a conseguire risparmi di spesa significativi grazie anche ad un’oculata scelta nell’acquisto dei libri. Inoltre, la presenza costante del personale ausiliario e l’interscambio dei bibliotecari ci ha permesso, nel corso degli ultimi 14 anni, di garantire l’apertura delle biblioteche senza mai un giorno di chiusura per ferie o malattia. Infine, con lo scioglimento del Sistema adesso ogni Comune dovrà aprire una posizione Iva, Siae, Ica, e gestire singolarmente tutti gli oneri che prima erano nelle mani di un unico ente». Insomma, un servizio che a giudizio di Paolo Sordo farà sicuramente sentire la propria mancanza, soprattutto, se ad esso si aggiungono i problemi che da già da tempo stanno ostacolano lo sviluppo della Conca. «Il principale di essi – spiega Sordo – è lo spaventoso calo della popolazione dovuto ai decessi, alla scarsa natalità oltre che all’urbanizzazione. Questo ha portato alla chiusura di numerosissimi servizi, alcuni dei quali essenziali, molti negozi e bar. Di conseguenza il futuro del Tesino non credo certo sarà roseo e non penso proprio che una semplice ciclabile o una nuova caserma dei vigili del fuoco riuscirà a risolvere questi problemi».

Assessore all’istruzione e alla cultura della Comunità Valsugana e Tesino durante la giunta Sandro Dandrea, Paolo Sordo guarda anche oltre i confini della propria Conca ricordando a tutti quali sono gli annosi problemi che ostacolano lo sviluppo di una simile realtà associativa. «Ho ricoperto per quasi cinque anni il ruolo di assessore e, a mio avviso, – suggerisce Paolo Sordo – il funzionamento della nostra Comunità di valle aveva mostrato già allora dei limiti che, oggi, non sono ancora stati superati. Tale realtà era, infatti, nata generando una forte aspettativa nella popolazione circa la possibilità di ridurre i poteri provinciali unitamente ai costi per i singoli Comuni. Cosa che nella realtà non si è mai verificata data la scarsissima capacità impositiva delle Comunità di valle che non hanno mai avuto dalla Provincia le competenze che, inizialmente, sembravano dover essere loro garantite. Ricordo, inoltre, che in quegli anni, sia in me che nei colleghi, serpeggiava una grande frustrazione dovuta all’enorme conflittualità che sin da subito si era instaurata tra noi e le amministrazioni comunali, le quali si sentivano defraudate delle loro competenze. Inadatta a superare questa tipologia di problematiche, la Comunità ha quindi continuato a occuparsi delle gestioni di cui già era competente il Comprensorio di vecchia memoria: rifiuti, mense, sovvenzioni, edilizia privata, politiche sociali e poco altro. E ora, a parte qualche piccola nuova competenza, non mi pare che ciò sia molto diverso».













Scuola & Ricerca

In primo piano