La vera ruina dantesca? La sfida è aperta  

Citata nella Divina commedia potrebbe essere più facilmente localizzata, dopo i recenti studi, a Castel Pietra e non a Marco


di Michele Stinghen


VOLANO. Per risolvere il dilemma bisognerà aspettare l'invenzione della macchina del tempo, per poter chiedere al Sommo poeta di persona. Perché recenti studi sulle frane trentine, compiuti con le tecniche della datazione radiometrica, segnano un punticino a favore della frana di Castel Pietra - piuttosto che dei Lavini di Marco - su quale sia effettivamente la "Ruina" citata nel XII canto dell'Inferno. La frana di Calliano corrisponde al terremoto che colpì la val d'Adige nel 1117, mentre quel sisma provocò uno smottamento ai Lavini solo parziale, e localizzato ai Varini. Ora, Dante dà un indizio - "per tremoto o sostegno manco" - facendo capire che quella frana sarebbe stata causata da un evento sismico. Il mistero, insomma, c'è. Le indagini, facenti parte di uno studio più ampio, condotto da un gruppo di ricercatori (al cui interno ci sono una docente dell'Università di Padova, Silvana Martin, Ivy Ochs dell'Università di Zurigo dove sono state fatte le analisi, e Alfio Viganò della rete sismica provinciale) hanno cercato di ricavare le date di formazione delle singole frane, studiano il suolo e i massi. Senza entrare nel dettaglio, lo studio ha evidenziato che la frana dei Lavini come la vediamo oggi si è costruita nel tempo, con parti che risalgono a diverse migliaia di anni fa, alcune relativamente recenti e una parte che invece probabilmente è caduta all'incirca un migliaio di anni fa. Lo studio ha toccato anche la frana di Castel Pietra, e qui conferma che i blocchi presenti tra Calliano e Volano sono precipitati nel Medioevo. Ci sarebbe una corrispondenza di età tra questa e altre frane presenti in Trentino, e il terremoto del 1117 (un altro ci fu nel 1046), il fatto farebbe presumere perciò che quell'evento sismico fu catastrofico, causando questi immani crolli. Tra i quali mancherebbero quasi del tutto all'appello i Lavini di Marco. Se Dante ha scritto "per tremoto", forse ricordava qualcosa, un episodio vicino, e allora sarebbe la frana del monte Finonchio, piuttosto che dello Zugna. Ma a questo punto entrano in gioco altri fattori: Dante vide veramente una di queste frane? Da quale è stato impressionato? - e qui i Lavini restano una frana assai più vasta. In una recente conferenza sugli studi di datazione, lo stesso Alfio Viganò ha confermato che non vi è certezza - "non metterei la mano sul fuoco né per una né per l'altra". Insomma, marcolini e volanesi possono continuare a discutere su chi "detiene" la "vera" Ruina. Altra riflessione, ben più seria, andrebbe fatta sulla sismicità del nostro Trentino: meno di 1000 anni fa, cioè ieri per la geologia, un terremoto il cui epicentro (ipotizzato) poteva essere nella zona di Mori, ha smosso montagne e intere pareti, causando frane a Rovereto, in valle del Sarca e accanto a Calliano. Dire sbrigativamente che il Trentino non è zona sismica ed è del tutto al sicuro da questo rischio è probabilmente un errore.

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