«La ciclabile deve essere agibile sempre» 

Da Loppio a Torbole bici vietate. Il ciclista Benedetti: le risorse per la manutenzione vanno trovate



MORI. «Sulla ciclabile di Loppio servirebbe della manutenzione: non c’è alternativa per il transito in sicurezza»: lo dice Cesare Benedetti, ciclista professionista originario di Ronzo e residente a Mori, a conoscenza della situazione stigmatizzata dal collega noneso Gianni Moscon. Moscon, del Team Sky, aveva pubblicato su Instagram un video in cui mostrata la propria reazione infuriata dopo essersi imbattuto a Loppio in un tratto di ciclabile completamente ghiacciato che lo aveva costretto a procedere a spinta: ci si lamenta perché i ciclisti vanno in strada – il senso dello sfogo di Moscon – e poi si trova una ciclabile in condizioni del genere. In verità però, stando ai cartelli e a quanto confermato dalla Provincia, lì Moscon in bici non ci sarebbe dovuto passare, perché dal 22 novembre al 15 aprile vige il divieto di transito. Il problema è che il divieto - all'altezza della chiesetta della frazione moriana – c’è contemporaneamente anche sulla statale, dunque a rigore i ciclisti per tutti questi mesi non potrebbero in alcun modo andare da Mori a Nago o viceversa (salvo, forse, procedendo a spinta per tutta la ciclabile): un paradosso stigmatizzato ieri su queste pagine dal presidente della Ciclistica Mori, Giampaolo Zanfei. Che fare, dunque? Secondo Benedetti non ci sono molte soluzioni: bisogna rendere agibile la ciclopedonale. «Percorrendolo praticamente tutti i giorni – spiega Benedetti – conosco perfettamente sia quel tratto che i problemi legati alla presenza di ghiaccio. Fino a qualche anno fa quando entrava in vigore il divieto sulla ciclabile contemporaneamente veniva oscurato il divieto sulla statale. Non penso sia una buona soluzione, perché la strada è pericolosa e praticamente non c’è la banchina. È rischioso per un professionista in grado di limitare i tempi di percorrenza, e lo è perciò ancora di più per un cicloamatore o per un cicloturista. D’altra parte non può essere una soluzione quella di impedire il passaggio sia sulla statale che sulla ciclabile, anche perché oltre a chi si allena o si diverte conosco personalmente diverse persone che vanno a lavorare in bici dalla Busa a Rovereto o viceversa. Bisognerebbe rendere agibile la ciclabile». Per Benedetti non sarebbe una missione particolarmente gravosa: «Il tratto che ghiaccia è quello di 300-400 metri su cui non batte mai il sole (quello su cui si era “incagliato” Moscon, ndr). Non mi intendo di manutenzioni, ma mi sembra un tratto ridotto e gestibile. Non siamo in alta Val Rendena, siamo a Loppio dove è tanto se nevica tre volte all’anno. Per altre opere ben più onerose – conclude Benedetti – si trovano sempre le risorse, mi pare che si possa fare uno sforzo per mettere e tenere in sicurezza un percorso che, volenti o meno, è comunque percorso da molti, chi sulla ciclabile ghiacciata, chi sulla statale pericolosa».(m.cass.)













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