Da Mori a Nago niente bici e Gianni Moscon si infuria  

Il professionista del Team Sky pubblica un video e si scatena sul tracciato gelato  Giampaolo Zanfei (Ciclistica Mori): «Né ciclabile né statale fino aprile, assurdo»


di Matteo Cassol


MORI . Come si fa in questo periodo ad andare in bici da Mori a Nago? A quanto pare non si può, a meno di non scendere e procedere a spinta sulla ciclabile o a meno di non ignorare il segnale più evidente e proseguire sulla statale. Sì, perché (almeno finora) a Loppio, all’altezza della chiesetta, si incontrano contemporaneamente due divieti: divieto di procedere sulla strada normale e divieto di transito sulla pista ciclopedonale. È vero che questa non è la stagione ideale per mettersi a pedalare all’aperto, ma in diversi tra appassionati e sportivi non rinunciano e soprattutto l’interdizione dura fino ad aprile inoltrato. A far notare l’inghippo è Giampaolo Zanfei, nella duplice e interconnessa veste di presidente della Ciclistica Mori e di ciclista praticante anche nei giorni della merla: «Davvero ci vogliono dire che fino ad aprile noi ciclisti non passiamo procedere oltre Loppio e non possiamo andare a Nago e a Torbole? Cosa dobbiamo fare? Girarci e tornare indietro? E chi lo spiega ai cicloturisti tedeschi che nei prossimi mesi arriveranno in massa?»

Il motivo per cui viene chiusa la ciclabile è il rischio di ghiaccio. Un rischio ben chiaro, con il senno di poi, al ciclista professionista noneso Gianni Moscon, del Team Sky, che su Instagram ha pubblicato un video in cui si infuria dopo essersi imbattuto a Loppio in un tratto di ciclabile completamente ghiacciato che lo ha costretto a procedere a spinta: ci si lamenta perché i ciclisti vanno in strada – il succo del messaggio di Moscon – e poi si trova una ciclabile in condizioni del genere. In verità però, stando ai cartelli e alla posizione espressa dai referenti provinciali, lì Moscon in bici non ci sarebbe dovuto passare e, chissà, a rigore potrebbe persino paradossalmente rischiare (o aver rischiato) la multa. In questi casi di solito all’interdizione della ciclabile corrisponde il via libera sulla statale con l'oscuramento del cartello che campeggia per tutto il resto dell’anno, ma almeno fino a ieri i segnali erano due, sia sulla strada che sulla pista ciclopedonale. La ragione del divieto sulla ciclabile (dal 22 novembre al 15 aprile) è quella di tutelarsi dai possibili infortuni di ciclisti causati da scivolate “propiziate” dal meteo della stagione fredda: «Basterebbe buttare del sale – commenta Zanfei – nel tratto in cui si sa che si forma il ghiaccio, ossia in corrispondenza di quella rampa che si vede nel video di Moscon. In caso contrario vorremmo poter transitare sulla statale senza farci insultare e senza dover commettere un'infrazione per la presenza del doppio segnale. Dopodiché il divieto mi pare abbia una durata esagerata: ad aprile – conclude il presidente della Ciclistica Mori - le condizioni sono molto diverse da quelle di gennaio».

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