A Volano è arrivata la cannabis legale 

Da gennaio è consentita la coltivazione delle piante “depotenziate” (senza principio attivo), e molti se le mettono in casa


di Giuliano Lott


VOLANO . È arrivata in sordina, da qualche settimana, e qualcuno ha già colto l’occasione per mettersene in casa qualche esemplare, ma senza correre alcun rischio. Con la nuova legge divenuta effettiva da gennaio, la cannabis depotenziata – o canapa agroindustriale - si può acquistare in maniera del tutto regolare, e Calliari Fiori a Volano è uno dei quattro vivaisti della regione che hanno acquistato le sementi e fatto crescere le piante. Che riscuotono già un certo interesse, ma come piante ornamentali. «Sono piante che crescono molto in fretta, - spiega il titolare del vivaio Luca Calliari – fino a formare cespugli di grandi dimensioni, che abbinati a fiori molto colorati diventano molto decorative. Per il momento non ne abbiamo fatta tanta pubblicità, ma qualcuno è venuto a cercarle e le ha comperate».

Le piante sono piuttosto costose: circa 25 euro a vaso, e ognuno contiene tre piante. «I costi elevati - spiega Calliari - dipendono in massima parte dalle tecnologie e dai controlli utilizzati nei lavoratori per ridurre il principio attivo, il Thc (tetra - hidro - cannabinolo), che attraverso complesse selezioni delle sementi è stato ridotto a un quantitativo pari allo 0,2%, con una tolleranza fino allo 0,6% (molto più bassa rispetto ai valori normali, che oscillano tra il 18% e il 30%, a seconda della concentrazione e della varietà ndr.). In questo modo, la pianta è inutilizzabile come stupefacente, ma è del tutto identica, sotto il profilo estetico, alla pianta normale. I semi vengono controllati uno ad uno ed è normale che il costo di queste operazioni vada a gravare sull’acquirente finale».

Secondo alcuni, si tratta del primo passo verso la liberalizzazione, ma è un’operazione del tutto a norma, prevista dal nostro ordinamento giuridico. La coltivazione delle piante è ammessa per ottenere fibre, cippato, oli e carburanti, biomassa a fini energetici, materiali per bioedilizia, ma anche per semplice florovivaismo, ovvero per metterla sul balcone e magari sorprendere gli amici con il fascino del “proibito”. Ma tutto è disciplinato con estremo rigore: ogni vaso è contrassegnato dai codici di tracciamento che identificano le sementi e viene venduto con una documentazione che l’acquirente deve conservare “per un periodo non inferiore ai 12 mesi”, assieme alle fatture di acquisto, per comprovare di fronte a un eventuale controllo che non si tratta di stupefacente, ma di piante legali. «Una delle caratteristiche più interessanti della cannabis sativa – aggiunge Luca Calliari – è la capacità di risanare terreni contaminati o impoveriti. Basta piantarla nei siti inquinati e lasciarla lavorare. Si otterrà un terreno pulito e di nuovo fertile, pronto per ospitare altre coltivazioni». I semi vengono acquistati da un’azienda specializzata in Emilia Romagna, ma i vasi recano uno slogan in tedesco. Perché? «Perché l’Alto Adige ed in generale il mondo tedesco è molto attratto dal mondo della canapa, intesa soprattutto nelle sue potenzialità produttive. Dalla canapa si ricavano fibre tessili, combustibili, e un’infinità di prodotti. Non è un caso che l’Europa del nord si sia nel tempo riempita di “Hemp shop”, negozi che vendono prodotti a base di cannabis legale».

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