Viticoltura

Uva, prodotti 1.146.000 quintali. Ora la sfida è il cambiamento climatico

Alla Fondazione Mach il bilancio del 2023 tra piogge, grandinate e grande caldo. Tra le malattie, aumento di peronospora e oidio 


Carlo Bridi


SAN MICHELE. I cambiamenti climatici hanno inciso fortemente sulla viticoltura trentina Influenzandone fortemente lo sviluppo a causa della pressione di alcune malattie dalle quali i viticoltori trentini hanno saputo difendersi contenendo di molto, a differenza di altre regioni italiane i danni sulla produzione. E’ questo uno dei dati emersi ieri (13 dicembre) nella 16ma giornata tecnica organizzata dal Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Mach.

La produzione totale dell’uva del 2023 si attesta su livelli vicini alla media dell’ultimo decennio: 1.146.042 quintali secondo il Consorzio Vini del Trentino. Ma com’è andata l’annata dal punto di vista agronomico? “L’anticipo molto marcato registrato per le prime fasi fenologiche è andato progressivamente a ridursi, determinando un’epoca di fioritura in linea con la media degli ultimi trent’anni. Le condizioni meteorologiche - in generale molto altalenanti - hanno favorito, a partire da maggio, un graduale aumento della pressione di peronospora e, a partire da giugno, quella dell’oidio. La difesa fitosanitaria preventiva consigliata è stata molto impegnativa, soprattutto per quella con metodo biologico: i trattamenti hanno richiesto elevata tempestività d’intervento ed intervalli stretti”, spiega Alberto Gelmetti del CTT.

Per fortuna la presenza di “finestre” d’intervento tra i numerosi eventi piovosi di maggio e una fase meteorologica più stabile a giugno hanno consentito, in generale, una difesa efficace dalla peronospora, soprattutto sui grappoli; maggiori criticità invece sono emerse per la difesa dalla peronospora della nuova vegetazione nella parte finale della stagione, come conseguenza dell’elevata piovosità di luglio (il doppio della media storica) e per il controllo dell’oidio specialmente in alcune linee di difesa.

Tra le attività del Centro Trasferimento Tecnologico il monitoraggio di malattie e organismi nocivi rilevanti dal punto di vista territoriale riveste un ruolo e un impegno importante. Oltre al controllo sulla diffusione della Flavescenza dorata e del suo principale insetto vettore, Scaphoideus titanus, è attivo un sistema di ispezioni visive, nonché l’uso di trappole e raccolta di campioni eseguito - su incarico e in collaborazione con l’Ufficio Fitosanitario Provinciale - per 16 organismi nocivi prioritari e 25 organismi regolamentati secondo lanormativa UE (insetti, batteri, funghi e nematodi). Particolare attenzione è stata riservata alla ricerca della Popillia japonica (insetto fitofago che dal 2017 sta creando diverse criticità alle coltivazioni in Piemonte e Lombardia) e della Xylella fastidiosa (batterio della malattia di Pierce, non presente in Italia).

Anche la vendemmia 2023 è stata influenzata dall’andamento meteorologico, soprattutto per le consistenti precipitazioni e le forti grandinate che hanno interessato molte zone e un’estesa superficie agricola (determinando danni che hanno inciso in maniera non trascurabile sulla produzione provinciale), le elevate temperature di agosto (2,1° sopra la media e 16 giorni consecutivi con massime sopra i 30°) e l’evento temporalesco di fine agosto. Per le varietà principali a bacca bianca il grado zuccherino medio dei campioni analizzati era più basso rispetto all’anno scorso, tranne che per Pinot grigio che risultava in linea con gli ultimi anni.

Lo Chardonnay si è preferito raccoglierlo presto dando maggior peso ai valori di acidità totale, che in media registra livelli ideali e più elevati rispetto al 2022, rispetto al contenuto zuccherino. Per le varietà a bacca rossa la stabilità del meteo per le prime due settimane di settembre e le buone temperature hanno consentito un buon accumulo zuccherino.

Per quanto riguarda i giallumi, in Trentino, Flavescenza dorata e Legno nero sono presenti già da molto tempo ma negli ultimi anni abbiamo assistito ad un cambiamento della loro diffusione. Accanto all’attenta attività di monitoraggio su vite, è stata avviata una valutazione di altre specie ospiti diverse da vite e la definizione dei sottogruppi del fitoplasma presenti nei vigneti oggetto di indagine.

L'irrigazione di precisione è la pratica agricola che mira a garantire che le viti ricevano la quantità ottimale di acqua durante la stagione vegetativa. I sensori di umidità del suolo consentono di monitorare in tempo reale l'umidità del terreno, fornendo informazioni cruciali per la gestione dell'irrigazione. Le nuove sfide della viticoltura con il cambiamento climatico sono molte e le ha illustrate puntualmente Claudio Ioriatti. E’ emerso un quadro molto complesso che impegnerà per il futuro sia la ricerca, che la divulgazione che i viticoltori.













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