il nuovo rettore

Unitn, la cappa di ermellino a Deflorian in diretta YuoTube

Nell’ultimo discorso da rettore Paolo Collini ringrazia la comunità: «Non credevo che saremmo cresciuti così tanto in dimensioni e qualità».



TRENTO. Una cerimonia simbolica, breve, rigorosamente online. Così l’Università di Trento, per la prima volta, ha voluto salutare il cambio di rettore. Nel massimo rispetto delle misure di sicurezza imposte dalla pandemia, il momento è andato in scena online sul canale Youtube dell’Ateneo dall’auditorium di Palazzo Prodi, senza pubblico. Lo scorso 23 febbraio l’elettorato aveva indicato Flavio Deflorian come prossimo rettore dell’Università di Trento e domani (primo aprile) inizierà ufficialmente il suo mandato di sei anni.

Oggi (31 marzo) gli sono stati consegnati la cappa di ermellino, emblema della carica rettorale, e lo Statuto. La cerimonia di passaggio del testimone e di insediamento è stata accompagnata da un intermezzo musicale affidato all’Orchestra e alla Corale polifonica dell’Ateneo e si è aperta con il benvenuto del decano dell’Università di Trento, Remo Job, che nel suo intervento ha sottolineato il ruolo di rettore come primus inter pares. «Una funzione che sottolinea l’appartenenza condivisa a una comunità e l’assunzione di responsabilità temperata dalla condivisione. La figura del rettore, senza essere mera espressione di potere politico, punta invece sul dialogo con tutte le componenti dell’Ateneo, sulla capacità di far tesoro delle espressioni di valore che provengono da tutti».

Paolo Collini ha affrontato con un po’ di emozione il suo ultimo discorso da rettore: «Oggi non sta a me guardare avanti, né fare la storia dei successi raggiunti che comunque sono stati tanti e mi hanno dato grande soddisfazione. In questi sei anni abbiamo vissuto un’esperienza intensa e assistito a passi avanti in cui l’Ateneo è cresciuto e diventato più completo. Si è arricchito di nuovi temi – come la medicina, l’agricoltura, lo sport – in cui ha giocato non più da gregario ma per la prima volta in prima linea. Fin dalla prima assemblea di Ateneo in cui lo slogan era “Un’università di persone,” il mio obiettivo è stato quello di crescere puntando sulle persone e sul loro straordinario livello di preparazione, professionalità e dedizione».

«Non credevo che saremmo cresciuti così tanto in dimensioni e qualità – ha proseguito Collini. Oggi l’Università di Trento conta 721 persone contro le 570 di quando mi sono insediato. Un risultato che abbiamo ottenuto grazie alle risorse stabili garantite dal supporto della Provincia autonoma, ma anche attraverso il successo del nostro Ateneo nei bandi competitivi nazionali e internazionali. In questi sei anni abbiamo assunto più di 350 persone, di grande professionalità e alcune di queste – circa una decina all’anno tramite meccanismi di chiamata dall’estero. Questa comunità mi ha regalato tanto: è stata un’esperienza meravigliosa veder crescere l’Ateneo anche grazie a loro».

Infine un richiamo ai tempi che stiamo vivendo: «Chiudiamo in un momento molto triste, con i nostri studenti e studentesse che ci seguono da casa. Vederli solo a distanza mi commuove, ma non c’è nulla che possiamo fare, se non rispettare le regole ed evitare di frequentarci. Che paradossalmente è proprio ciò che vorremmo fare. Siamo una comunità in cui non manca il confronto, a volte il litigio. Ma la sfida delle convinzioni, la dialettica sono il sale, il modo di affrontare la vita che si apprende in università, come spesso ho ripetuto agli studenti. Siamo cresciuti nella comunità accademica, ora occorre rispondere alle richieste di nuove strutture e di supporto e risorse per accogliere persone nuove. Ieri ho presentato una nuova idea di sviluppo dell’Ateneo da cogliere e sviluppare che lascio a chi guiderà l’Ateneo dopo di me».

Un grazie a Collini e l’augurio di buon lavoro a Deflorian sono arrivati dalla componente studentesca attraverso il presidente del Consiglio degli studenti, Edoardo Giudici. «Non posso che iniziare ringraziando il Rettore Collini. È stato un piacere collaborare con lui, poterlo conoscere meglio, anche se il rettore ha avuto una tale capacità di stare vicino agli studenti e alle studentesse che chiunque ha vissuto il nostro Ateneo ha l’impressione di conoscerlo, pur non avendoci mai parlato direttamente» ha detto. E rivolto a Deflorian: «La prima sfida per il neo Rettore saranno le riaperture nei prossimi mesi. Spero che il coraggio di una candidatura in un momento così difficile permanga negli anni perché abbiamo il compito di immaginare una università che cambia: ad esempio con una maggiore attenzione per il Long Life Learning. Servirà poi il coraggio di impegnarsi per un ampliamento del numero di studenti e con essi di posti studio, degli studentati e dei servizi».

 Dopo la consegna della cappa di ermellino e dello Statuto dell'Ateneo al rettore entrante, il discorso di insediamento di Flavio Deflorian. «Di sfide parleremo nei prossimi giorni – ha esordito Deflorian. Oggi è il giorno del saluto al rettore uscente. Paolo Collini ha affrontato in questi sei anni una serie di sfide, ottenendo risultati molto significativi e una crescita importante del personale docente. Oggi l’Università di Trento è pienamente inserita nei meccanismi premiali del ministero, una condizione necessaria per garantire risorse per la crescita. Uno dei tratti che mi hanno colpito è stata la visione dell’università fatta di persone.

Non è stato per Collini soltanto uno slogan, ma un impegno costante a vedere sempre dietro alle sfide, alle organizzazioni, la presenza di persone con aspettative, dubbi, capacità. Per questa sua attitudine, Collini ha saputo stringere un rapporto molto stretto con la comunità. È stato non soltanto un rettore “gentile”, è stato anche “mite”. Ha saputo essere anche fermo quando la situazione lo richiedeva e ha impostato il suo operato sempre all’insegna del rispetto. Questo un po’ ci mancherà. Cercherò di ispirarmi nei prossimi anni a questo stile personale, non solo di governance, suo e anche di chi lo ha preceduto nella guida dell’Ateneo».

Deflorian ha poi ripercorso i suoi anni di studio all’Università di Trento e i suoi primi passi come accademico, rivolgendo ai tanti e tante che ha conosciuto un ricordo e un ringraziamento, esteso pubblicamente anche alla sua famiglia. «Le nostre vite e storie sono il risultato delle persone che abbiamo incontrato. Alla vigilia di un ruolo che sto per assumere, il mio pensiero va alla consapevolezza che nel buono che potrò portare ci sarà tanto di quello che in questi anni ho ricevuto, per primo da Paolo Collini». 













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