Vittime di Stava, oggi il ricordo

A 28 anni dalla tragedia, le celebrazioni nel nome di Wojtyla e alla visita in valle


di Luciano Chinetti


TESERO. A 28 anni di distanza da quel tragico 19 luglio del 1985, nel quale ben 268 persone morirono in pochi istanti, a Tesero il Comune ha proclamato ancora il lutto cittadino per onorare la memoria di quelle vittime, travolte dalla colata di fango sceso da quei maledetti bacini della Prestavel. Un lutto che significa in primo luogo ricordo per le persone che non ci sono più, ma anche un monito ad un maggiore rispetto per la vita, che a Stava è stata purtroppo sacrificata dall’incuria, dall’egoismo e dal profitto. Ma quest’anno la celebrazione dell’anniversario della tragedia, per volere dalla Fondazione Stava 1985 onlus si è incentrata sul ricordo della visita dal Papa Giovanni Paolo II , l’amato Karol Wojtyla che in autunno, sarà proclamato Santo da Papa Francesco, avvenuta il 17 luglio del 1988.

E proprio per onorare la memoria e il ricordo di Papa Giovanni Paolo ieri sera nella chiesa di San Leonardo, a poche decine di metri dal cimitero dove sono sepolte le vittime di Stava è stata celebrata la messa, molto partecipata. Il parroco don Bruno nell’omelia ha sottolineato il toccante messaggio lasciato dal Papa nella sua visita. «Quei lunghissimi 5 minuti aggrappato alla Croce nel cimitero di San Leonardo – ha sottolineato il sacerdote – sono la testimonianza più viva dello straordinario legame che unisce la nostra collettività così provata, al papa scomparso». La visita del Papa a Stava a tre anni di distanza dall’immane tragedia che si era consumata in quel tragico 19 luglio del 1985 è stato tra l’altro motivo di grande consolazione e conforto a tutti i familiari delle vittime. Il ricordo del Papa polacco è ancora molto vivo nella mente e nel cuore degli abitanti di Tesero. Il sacerdote nel corso dell’omelia si è soffermato anche sui ricordi personali di quella visita, che lo hanno davvero commosso. Ha dato lettura anche di alcuni toccanti testimonianze scritte dal parroco di allora don Giovanni Conci, che ha vissuto la tragedia in prima persona, ma che è stato a contatto con il Papa durante la sua visita. Ieri sera alle 20.30 c’è stato anche il rito molto vivo e partecipato delle Via Crucis, che ha preso il via dalla località Pesa, fino alla chiesetta della Palanca. In ognuna delle 14 stazioni lungo la strada che porta a Stava, sono stati scanditi i nomi delle vittime, seguiti dalla preghiera e dai canti fatti dai componenti del coro Genzianella. Un rito religioso toccante che la luce soffusa della sera e le prime ombre della notte hanno ulteriormente rafforzato.

Questa mattina alle 10 nella chiesa arcipretale di Sant’Eliseo a Tesero invece ci sarà la messa in ricordo delle vittime. Al termine è prevista la processione al cimitero di San Leonardo per un momento di preghiera e di riflessione. Verso mezzogiorno davanti alla chiesetta della Palanca alle porte di Stava, il gruppo alpini di Tesero, sotto la guida del capogruppo Corrado Zanon e gli alpini di Longarone deporranno un mazzo di fiori per ricordare le vittime del Vajont, paese accomunato con Stava per una tragedia di immani proporzioni.

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