Virus, in Trentino sale l’allerta 

Trento. «La Lombardia è qui vicina e le strutture provinciali del Trentino sono in costante contatto con i colleghi lombardi, in uno stato di allerta totale». Lo ha detto ieri il governatore Maurizio...



Trento. «La Lombardia è qui vicina e le strutture provinciali del Trentino sono in costante contatto con i colleghi lombardi, in uno stato di allerta totale». Lo ha detto ieri il governatore Maurizio Fugatti che ha fatto il punto della situazione dopo che in Lombardia sono state adottate misure straordinarie in seguito al contagio di 14 persone dal nuovo coronavirus, mentre anche in Veneto sono stati registrati due casi risultati positivi ai primi test. E in serata dall’amministrazione provinciale è arrivato un appello - in via prudenziale - a evitare luoghi affollati che potrebbero favorire eventuali contagi in presenza di soggetti portatori del virus. Un appello che per il momento è informale, ma potrebbe diventare ufficiale nelle prossime ore, con un’ordinanza, considerato che siamo nei giorni del carnevale, con tante feste di piazza in programma nei prossimi giorni. Intanto a Borgo è stato annullato un torneo di Qwan ki do, nelle categorie in cui era prevista la partecipazione di atleti provenienti da Lombardia e Veneto: una misura precauzionale prevista dalla Federazione.

La situazione in Trentino

Per il momento in provincia di Trento non ci sono novità rispetto alla quarantena volontaria di 16 soggetti nelle ex caserme delle Viote, sul Monte Bondone. Ma in via precauzionale - e in vista di nuovi arrivi dalla Cina annunciati dalla comunità cinese in Trentino - la Provincia autonoma di Trento ha già disposto il raddoppio dei posti letto presso la struttura delle Viote, con l’apertura di un ulteriore piano da destinare alla quarantena. La task force provinciale ieri pomeriggio si è riunita in teleconferenza con il ministero della salute, alla presenza dei vertici della protezione civile, dell’azienda sanitaria e con il governatore Fugatti e l’assessora Segnana, ma la situazione è immutata rispetto ai giorni scorsi: non risultano casi positivi e le persone in quarantena volontaria (sia alle Viote, sia in abitazioni private) non presentano sintomi del virus. Ugualmente dalla Provincia è partito un appello a “evitare i luoghi e le situazioni affollate” che rappresenta un salto di livello dell’allarme. Del resto nella task force la prospettiva di un primo contagio in Trentino viene data per scontata dopo le segnalazioni nelle regioni confinanti.

La linea della Provincia

«Alla luce dei fatti che sono accaduti in Lombardia dobbiamo adottare precauzioni ancora maggiori e tutte le strutture trentine che si occupano del caso sono in allerta totale. Aumenteremo gli spazi per la quarantena alle Viote e terremo alta l’attenzione perché ogni caso a rischio (anche minimamente) dovrà essere monitorato nella maniera più approfondita possibile» ha detto il governatore Fugatti. Che non ha rinunciato a togliersi un sassolino dalla scarpa per le polemiche sorte in seguito alla linea dura adottata dai quattro governatori della Lega (Lombardia, Veneto, Trentino e Friuli) nelle settimane scorse: «Siamo stati i primi a chiedere la quarantena volontaria anche per i ragazzi iscritti alle scuole. Ora non è il momento di fare polemica per le critiche che ci erano state indirizzate a suo tempo, ma l’evoluzione della situazione dimostra che purtroppo avevamo ragione. E questa è un’emergenza sanitaria, su cui non c’entrano le polemiche politiche per le lettere ai ministeri» ha concluso Fugatti.

I consigli ai cittadini

«Per il momento non sono segnalati casi in Trentino, quindi niente allarmismi» si legge in un comunicato stampa diffuso dall’amministrazione provinciale ieri pomeriggio. Le raccomandazioni diffuse dalla task force provinciale sono quelle diffuse in precedenza. In particolare ieri sono stati passati in rassegna possibili scenari in evoluzione: secondo gli esperti in caso di sintomi sospetti, come febbre e tosse, l’indicazione è di chiamare il 112 (cioè il numero unico di emergenza) che dovrà valutare dopo triage telefonico l'opportunità di recarsi (o meno) all'ospedale dove vengono gestite oggettive complicazioni di tipo respiratorio. Resta attivo il numero 1500 a cui rispondono esperti del ministero per dare informazioni sulle precauzioni sanitarie da adottare.













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